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Alto Adige

Lite su secondo assessore italiano a Bolzano

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foto ANSA
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La questione sulla rappresentanza italiana nella giunta altoatesina ha acceso vivaci dibattiti tra politici, giornalisti e avvocati. A seguito delle recenti elezioni del 22 ottobre, solo cinque dei trentacinque consiglieri eletti si identificano come ‘italiani’. Questo ha sollevato il quesito: quanti assessori dovrebbero rappresentare il gruppo linguistico italiano nella nuova giunta?

Secondo un parere dell’ufficio legale del Consiglio provinciale, il gruppo italiano avrebbe diritto a un solo assessorato. Tuttavia, una nuova interpretazione legale proposta da Christian Bianchi, consigliere della Lega Uniti per Laives, sostiene che un secondo assessorato dovrebbe essere assegnato di diritto.

Bianchi spiega che il parere è stato redatto da Eleonora Maines, un’avvocata esperta di questioni riguardanti le minoranze linguistiche e membro della Commissione dei Sei, l’organo paritetico Stato-Provincia per l’attuazione dell’autonomia. Secondo Maines, il calcolo della percentuale del gruppo linguistico italiano dovrebbe essere basato sul numero totale di 35 consiglieri, non 34, come suggerito dall’ufficio legale del consiglio, che ha escluso il rappresentante ladino.






Frattanto, Fratelli d’Italia (FdI) e Lega hanno posto la nomina di un secondo assessore come condizione per entrare in giunta.

Questa controversia sta allungando i tempi per la formazione della nuova giunta. Inizialmente, l’assemblea del Svp doveva decidere entro martedì prossimo con quali partiti avviare le trattative. Tuttavia, alla luce dell’attuale dibattito, è probabile che l’incontro slitti.

La questione della rappresentanza italiana continua quindi a dominare il dibattito politico in Alto Adige, con la decisione finale che potrebbe avere ripercussioni significative sulla formazione del nuovo governo regionale.



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