Economia e Finanza
Limite ai subappalti, l’Ue è contraria. CNA: si corra ai ripari

Bocciato il tetto del 30% del Codice Appalti, nel frattempo elevato al 40% dallo Sblocca Cantieri.
I limiti al subappalto, presenti nel Codice Appalti italiano, sono contrari alla normativa europea.
Si chiude con la sentenza C-63/18, emessa nei giorni scorsi dalla Corte di Giustizia Europea, il botta e risposta tra Governo italiano e Commissione Ue.
“Confidiamo sul fatto – commenta Claudio Corrarati, presidente di CNA Trentino Alto Adige – che il Governo e le Province di Trento e Bolzano trovino il modo per andare in deroga rispetto a questa sentenza, in direzione non solo della difesa e tutela delle condizioni di concorrenza ma anche della messa in sicurezza del mercato pubblico da eventuali rischi di corruzione e atteggiamenti illegali. Questa mette l’Italia e le Province autonome di Trento e Bolzano, che legiferano in materia di appalti, di fronte ad un bivio: è il momento di decidere se vogliamo imprese con i requisiti, con capacità, con personale assunto, con mezzi idonei, o se vogliamo imprese senza scrupoli pronte a svendere al massimo ribasso gli appalti pubblici vinti. Una cornice normativa sui subappalti è necessaria per tutelare le aziende serie, soprattutto quelle piccole“.
La sentenza spiega che la previsione di un limite generale del 30% per il subappalto, con riferimento all’importo complessivo del contratto, può rendere più difficoltoso l’accesso delle imprese, in particolare modo di quelle di piccole e medie dimensioni, ostacolando l’esercizio della libertà di stabilimento e della libera prestazione dei servizi.
L’Unione Europea, ribadiscono gli eurogiudici, ha interesse a massimizzare l’apertura di un bando di gara alla concorrenza e il ricorso al subappalto, che può favorire l’accesso delle piccole e medie imprese agli appalti pubblici, contribuisce al perseguimento di tale obiettivo.
Al contrario, un limite astratto, che non consente verifiche, è incompatibile con lo spirito della Direttiva 2014/24/UE.
D’altro canto, il Governo italiano ha sempre sostenuto che i limiti al subappalto garantiscono il rispetto del principio di trasparenza e prevengono il fenomeno dell’infiltrazione mafiosa nelle commesse pubbliche.
La querelle sui limiti al subappalto va avanti da molto tempo.
Nonostante gli avvertimenti dell’Unione Europea e una lettera di costituzione in mora, il Governo italiano non ha mai cambiato idea.
L’unica apertura, seppur minima, è arrivata con il Decreto “Sblocca Cantieri” (L. 55/2019) che ha elevato dal 30% al 40% il tetto massimo consentito per il subappalto.
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