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Italia & Estero

L’email choc del magistrato: «Meloni più pericolosa di Berlusconi. Compatti per porre rimedio»

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Una mail inviata dal sostituto procuratore della Cassazione, Marco Patarnello, ai suoi colleghi di MD e dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha rivelato l’inquietudine all’interno di questa corrente della magistratura.

Nel messaggio, pubblicato sul Tempo, Patarnello sottolinea come l’attacco alla giurisdizione, secondo lui, non sia mai stato così forte, nemmeno ai tempi di Berlusconi, poiché Meloni agisce per motivazioni politiche e non personali.

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Questo la renderebbe un’avversaria ancora più pericolosa, visto il suo obiettivo di riformare l’intero sistema giudiziario, non solo di ottenere benefici personali.

La preoccupazione all’interno di questa corrente è evidente, poiché la magistratura oggi appare più divisa e debole rispetto al passato, con meno sostegno sociale rispetto all’epoca di Tangentopoli. Patarnello invita quindi i colleghi a ritrovare unità interne per contrastare l’azione del governo, che considera in grado di mettere in discussione fondamentali principi costituzionali.

L’email di Patarnello riflette una strategia politica, mettendo in luce la percezione che Meloni rappresenti una minaccia per l’ordine istituzionale consolidato.

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L’appello alla compattezza interna della magistratura mostra la volontà di affrontare quello che viene visto come un attacco potenzialmente destabilizzante per l’autonomia del sistema giudiziario. 

Questa presa di posizione conferma, secondo alcuni osservatori, le preoccupazioni espresse già anni fa da Silvio Berlusconi, che aveva denunciato un legame tra certa stampa di sinistra e una parte della magistratura impegnata ad indebolire il potere politico.

«Dobbiamo essere uniti e parlare con chiarezza. Non dobbiamo fare opposizione politica ma dobbiamo difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini a un giudice indipendente. Senza timidezze» – si legge nell’email.

E infine l’azione politica da mettere subito in campo: «Dobbiamo pretendere che il Csm apra un dibattito al proprio interno e deliberi una reazione chiara e netta. Che anche l’Anm mostri il proprio approccio unitario e fermo. Ieri (venerdì, ndr) ho sentito un buon Santalucia, pacato ma piuttosto chiaro. Vorrei che si sentisse chiaramente che rappresenta tutta la magistratura. Non possiamo fare molto ma essere uniti, tenere la schiena dritta e parlare con chiarezza questo sì».

 

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