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Le misure non contano. Il cetriolo va bene come natura lo ha fatto

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E’ un momento di grande apprensione a causa del coronavirus e la maggior parte delle notizie riguardano ciò che stiamo vivendo. Perchè non distrarsi un po’ con notizie più leggere? Così, per passare il tempo mentre siamo costretti a restare in casa, tra una pulizia e l’altra, mentre i figli dormono o al ritorno dal lavoro.

Per esempio, sapevate che l’ordinanza numero 1677 della Commissione Europea stabiliva che un cetriolo, per essere commercializzato, doveva avere una curvatura massima di 10 millimetri su una lunghezza di 10 centimetri?

Che dire, le misure contano anche a tavola. O meglio dire, contavano. Perchè l’assurda regola riguardante la grandezza dei piselli e la curvatura dei cetrioli, è stata cancellata nel 2008.






È un’iniziativa esemplare per eliminare adempimenti burocratici inutili. Non abbiamo certo bisogno di legiferare su questo tipo di questioni a livello europeo: è molto meglio lasciare quest’incombenza agli operatori del mercato.

E nella congiuntura attuale, caratterizzata da prezzi elevati dei prodotti alimentari e da difficoltà economiche generalizzate, è opportuno permettere ai consumatori di scegliere fra la più vasta gamma possibile di prodotti. È assurdo buttar via prodotti perfettamente commestibili semplicemente perché non hanno una forma perfetta» ha dichiarato Mariann Fischer Boel, Commissario all’agricoltura e allo sviluppo rurale.

Ma, se cetrioli e piselli l’hanno scampata e possono restare come natura li ha fatti, i limiti sono rimasti invariati per mele, peperoni, pomodori e altri prodotti che rappresentano  il 75% del valore degli scambi nell’Unione Europea.

Anche se è stata riconosciuta agli Stati membri la facoltà di autorizzare la vendita di pezzature al di sotto degli standard, purché sull’etichetta sia apposta la dicitura prodotto destinato alla trasformazione.

Limiti stabiliti dal Regolamento 543 del 2011

“Il calibro è determinato dal diametro massimo della sezione equatoriale all’asse del frutto, in funzione del peso oppure del numero di frutti”, si legge nel Regolamento.

Le mele di categoria “extra” devono avere 3/4 della superficie totale di colorazione rossa per le mele del gruppo di colorazione A, 1/2 per le B e 1/3 per le C. Dimensioni: minimo 60 mm di diametro o 90 di peso. E non dimentichiamoci della “variabilità”: basta una macchia sulla buccia e quella mela non è più una mela “extra”.

Ad esempio, limoni e mandarini, 45 mm di diametro,  clementine 35 mm, arance 53 mm, pesche e pesche noci 56 mm, pere 60 mm, fragole 25 mm, uva da tavola 75 g a grappolo.

Molte normative hanno come obiettivo la tutela dei consumatori  ma buttare in discarica tonnellate di cibo perfettamente commestibile solo perchè presenta qualche difetto, è  una cosa senza senso, per non parlare dell’etichettatura, destinata a produrre sempre più imballaggi da smaltire.

Possiamo quindi dire che le misure sono importanti, ma è la qualità quella che conta, no?



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