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Italia & Estero

Lavarsi la coscienza: la suprema Corte Federale Tedesca condanna una 99 enne alla reclusione per complicità con i nazisti.

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Il politicamente corretto – a mio parere – non finisce mai di stupire. In negativo ovviamente.

A quasi ottant’anni dai fatti e dopo plurimi gradi di giudizio, la Suprema Corte Federale tedesca ha condannato a due anni di reclusione la 99enne Irmgard Furchner, che da giovanissima aveva ricoperto il ruolo di dattilografa e segretaria del campo di concentramento di Stutthof, in Polonia.

Complicità nei crimini nazisti: è questa l’accusa per la quale la Corte di Giustizia Federale tedesca ha confermato la condanna per l’ex segretaria che sarebbe stata complice nell’eccidio di oltre 10.505 persone nel lager di Stutthof.

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La donna, che all’epoca aveva poco più di 18 anni, ha lavorato alle strette dipendenze del comandante del campo, Paul Werner Hoppe, tra il giugno 1943 e l’aprile 1945.

Chi scrive non ha ricordo di un simile rigore prima d’ ora. Non certo nel caso di Herbert Kappler, che si dice sia fuggito dalle carceri italiane nella valigia della moglie e che visse indisturbato nella Germania postbellica.

La stessa che non ha scucito un ghello, che sia uno, per i risarcimenti delle stragi di Marzabotto o di S. Anna di Stazzema, ad esempio, ma anche per le altre stragi che lo Stato Italiano della Prima Repubblica ha nascosto nel c.d. “armadio della vergogna” (qui per saperne di più)

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La stessa Germania che in pieno accordo con i nostri governi di centrosinistra della c.d. Prima Repubblica non ha mai perseguito i criminali di guerra sul proprio suolo e non ha mai risarcito un centesimo alle vittime civili e per essi ai loro parenti sopravvissuti.

Prendersela ora contro una centenaria che all’ epoca dei fatti aveva appena 18 anni e probabilmente una paura matta di finire lei stessa ai forni, appare un puro atto di vigliaccheria e di farisaismo.

Per lavarsi la coscienza, presumo.

a cura di Stefano Sforzellini

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