Politica
La sovranità costituzionale: un obiettivo comune per ‘Vox Italia’ e ‘Riconquistare l’Italia’
“Nonostante il governo Draghi il debito pubblico sarà destinato a esplodere per il covid e per la restituzione futura di buona parte dei fondi del Recovery reperiti sui mercati. Questo ci costringe ancora una volta a parlare delle conseguenze della perdita della sovranità monetaria avvenuta nel 1981, una imposizione antidemocratica che non fu discussa in parlamento né spiegata ai cittadini“.
Lo spiegano in una nota congiunta i rappresentanti di Vox Italia del Trentino Alto Adige nella persona della sua coordinatrice Cristina Barchetti e del partito ‘Riconquistare l’Italia‘ con Federico Monegaglia (nuova denominazione decisa dall’ex ‘Fronte Sovranista’).
“Un recente libro di successo che vale la pena leggere dal nome ‘Euro, una tragedia in nove atti’, l’economista ex FMI e Banca Mondiale Ashoka Mody, documenta e comprova molto lucidamente come l’ideale europeo sia tramontato subito dopo la firma del trattato della CECA nel 1951. Approfondendo il racconto di quegli anni di costruzione dell’Europa, emergono pochi ideali, nessun Inno alla Gioia ma egoismi, furbizie, la paura dei francesi che volevano imbrigliare la crescente potenza economica dei tedeschi e dei loro satelliti progettando a una moneta comune, l’opportunismo di chi come gli italiani pensava che vincoli esterni e protettorato europeo avrebbero risolto problemi atavici o peggio ancora che l’Europa avrebbe regalato qualcosa, salvo poi trovarsi contribuenti netti della stessa perdendoci circa 100 miliardi negli ultimi 20 anni.
Ma soprattutto regole scritte da chi era economicamente più forte (il nord) a suo vantaggio. Oggi con il covid i nodi sono al pettine: formalmente più o meno tutte le Banche Centrali del mondo sono indipendenti dalla politica, detto meglio dalla democrazia, sostanzialmente lo è solo la BCE. Per non andare lontano l’Inghilterra che ha la sovranità monetaria non ha bisogno del recovery fund perché BoE, la sua Banca Centrale, sta “temporaneamente” stampando 500 miliardi di sterline, circa 560 miliardi di euro contro i 209 del Recovey fund italiano, per metterli a disposizione del Tesoro senza indebitarsi sui mercati, seppure a tasso favorevole, e certamente non verrà travolta dall’inflazione “come lo Zimbawe” nonostante le previsioni delle teorie monetariste“.
E ancora: “Così era l’Italia fino al 1981, quando i titoli non collocati sui mercati erano comprati dalla Banca d’Italia e i tassi di interesse non potevano crescere oltre il limite voluto dallo Stato che non cadeva così vittima dei ricatti di pochi soggetti della finanza speculatrice o di agenzie di rating private in palese conflitto di interessi. Quanto abbiano pesato da allora sulla dinamica del debito gli interessi versati ai mercati è storia nota come i 27 anni di doloroso avanzo primario italiano (più tasse e meno spese dello Stato) e l’inutile massacro del welfare e del lavoro col debito che cresceva di anno in anno invece che diminuire.
Citiamo tra i tanti l’economista Wybe Godley che al nascere dell’euro spiegava che ‘il potere di emettere la propria moneta, di fare ricorso alla propria Banca Centrale, è la cosa principale che definisce l’indipendenza di una nazione, se un paese rinuncia o perde questo potere, acquista lo stato di ente locale o colonia’, e la storia insegna che nelle ‘colonie’ la democrazia, quando viene concessa, è limitata. E senza la sovranità monetaria la democrazia è concettualmente impossibile.
Oggi la moneta, per chi ancora non lo sapesse, è fiat, cioè fiduciaria e creata dal nulla con un clic sul computer e l’economista Stephanie Kelton, attuale consulente economica del presidente Biden e da sempre vicina a Bernie Sanders, ricorda proprio agli italiani nella prefazione del recente libro ‘Il mito del deficit’ che ‘ciò non significa che i governi che emettono la propria valuta debbano spendere senza limiti; esistono dei limiti (l’inflazione fuori controllo), solo che i limiti non sono di natura finanziaria’.
Ne consegue che l’assioma che il bilancio di uno Stato Sovrano sia come quello di una famiglia, soprattutto in tempi di covid, è illogico, ideologico e vale solo per la zona Euro, laddove nessuna famiglia ha il potere di creare moneta che dovrebbe essere esclusivo dello Stato. Tralasciando allora gli abusati Venezuela e Zimbawe, la stessa Kelton rammenta proprio agli italiani ‘che le nazioni dell’eurozona utilizzano di fatto una moneta estera, a differenza dei paesi che invece hanno la sovranità monetaria come Regno Unito, Giappone, Canada, USA, Australia’ o aggiungiamo noi la Cina, ansiosa di investire nel mondo post covid. Con queste premesse due questioni imprescindibili meriterebbero una riflessione attenta, comune e pacata.
La prima riguarda il momento in cui si dovrà di nuovo collocare il debito sui mercati nel qual caso il futuro dell’Italia, a nostro parere già segnato dalle disfunzionalità di 18 anni di euro che hanno provocato deindustrializzazione e emigrazione dei giovani verso il nord Europa, sarà nerissimo La seconda ipotesi è che la BCE renda permanenti gli acquisti dei titoli del debito di fatto monetizzandolo (cancellandolo) come per es. fa la banca del Giappone, cosa proibita dai trattati e “pro domo sua” anche dalla Germania che si finanzia a tassi negativi aggirando i trattati stessi.
In questo secondo più auspicabile caso, si dovrebbe finalmente ammettere che si sono applicate teorie economiche sbagliate, estremiste, poco pragmatiche e tanto dogmatiche, a vantaggio di alcuni paesi, e che queste rigidità legate all’ortodossia tedesca dell’austerità e ai dogmi della scuola economica monetarista, che rammentiamo è solo una delle nove scuole economiche ufficiali, hanno causato povertà, disoccupazione, il crollo demografico del sud Europa e l’arretramento dei diritti sociali.
A noi pare evidente che chi prese la decisione avventata di rinunciare alla sovranità monetaria, ripetiamo senza discuterne in parlamento e senza informare il Paese, si sia comportato come uno sprovveduto giocatore d’azzardo, avido ma squattrinato, seduto a un tavolo di poker per lui fuori portata (vedi il racconto di Ashoka Mody), senza comprenderne bene le regole, contro ricchi professionisti abilissimi, o bari abituali. Riguardo al poker si dice metaforicamente che quando ti siedi a un tavolo senza capire in 10 minuti chi è il pollo da spennare vuole dire che il pollo sei tu, pensiamo per es. al famoso detto “con l’euro lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno di più”.
Consigliamo allora di leggere tanto il libro di Ashoka Mody quanto quello di Stephanie Kelton, per capire quanto polli e per nulla idealisti come invece si racconta, siano stati gli italiani e perfino i francesi che hanno voluto l’euro facendone scrivere le regole ad altri. Oggi il covid ci fa affrontare questa realtà e sarebbe ora di discuterne senza urlare dividendosi in fazioni che banalizzano come tifosi da stadio ma spiegando la gravità di decisioni quali la rinunzia alla sovranità monetaria che se irreversibile ci porterà alla rovina sociale (diritti e lavoro) e ci ridurrà a protettorato economico e politico straniero“.
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