Politica
La censura di Facebook colpisce anche Fratelli d’Italia del Trentino AA: “Misura preventiva e immotivata”

La scure di Facebook piomba in maniera improvvisa e immotivata anche sulla pagina regionale di Fratelli d’Italia e attiva il “silenziatore”.
L’ennesima prova di regime digitale che il social network di Mark Zuckerberg mette in atto bloccando le pubblicazioni dei rappresentati del centro destra in Trentino Alto Adige (stavolta non estrema).
Scrivono i membri del coordinamento Fratelli d’Italia Trentino Alto Adige:
“Facebook blocca la pubblicazione di nuovi contenuti su alcune sezioni della pagina “Fratelli d’Italia Trentino Alto Adige” dopo l’appello a scendere in piazza contro il nuovo governo per chiedere elezioni subito!
Il blocco dura da qualche giorno ormai e Facebook non ha risposto alla richiesta di chiarimenti sulla decisione avanzata dal Coordinatore regionale del Trentino Alto Adige del partito”.
Unica laconica comunicazione di Facebook agli amministratori della pagina: “Il blocco potrebbe essere dovuto ad attività della pagina che non rispettano le normative di Facebook” (verrebbe da dire i regolamenti di Facebook, sempre che quello di Facebook non venga ormai considerato un vero e proprio ordinamento giuridico con tanto di norme, come in uno Stato).
La limitazione scadrà venerdì prossimo. Il tema è quello dell’arbitrarietà ed unilateralità dell’iniziativa di censura a fronte di contenuti pubblicati di assoluta sobrietà e normalità nella dialettica politica.
Alcuni esempi delle ultime inserzioni: un appello alla riapertura di un Circolo unificato dell’Esercito, lo slogan “Chi difende la Patria difende l’Ambiente”, l’invito a versare il 2 per mille a Fdi, la critica all’estensione del passaporto austriaco agli altoatesini, notizie su inquinamenti ambientali o sulla presenza di siringhe in un parco, la costituzione del movimento giovanile di Gioventù nazionale in Alto Adige, la cronaca sull’organizzazione di un gazebo di Fdi a Riva del Garda.
Ma a destare il sospetto è che sia stato l’appello a scendere in piazza contro il nuovo governo rosso/giallo ed a chiedere nuove elezioni a sollecitare l’azione di censura da parte di Facebook, che vieta ora l’inserimento di nuove notizie.
“Un atto grave di censura, ma sconcerta ancora di più l’insussistenza di motivi validi per applicarla, se non il pensiero politico”, commenta il coordinatore regionale di FDI Alessandro Urzì.
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