La Calabria riapre bar e ristoranti, ma solo con tavoli all’aperto. Il governo pensa alla diffida

La presidente della Calabria Jole Santelli nella serata di mercoledì ha firmato un’ordinanza che a partire dal 30 aprile prevede la riapertura di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto.

Una misura che tuttavia a livello statale non è prevista nemmeno a partire dal 4 maggio: da questa data ristoranti e bar concederanno infatti solo la possibilità di asporto e non di servizio al tavolo.

Si legge in parte dell’ordinanza: “E confermato il disposto dell’Ordinanza n. 36/2020 per come integrato da quanto previsto dall’art. 1 lettera a) del DPCM 26 aprile 2020; è consentita la ripresa delle attività di ristoranti, pizzerie, rosticcerie per la preparazione dei relativi prodotti da effettuarsi a mezzo asporto; è consentita la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto”

 

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Come nel caso dell’Alto Adige, dove stamattina è stato approvato il ddl provinciale per la gestione della fase 2 che dovrà ora passare al vaglio del consiglio provinciale, le determinazioni del governatore locale sarebbero illegittime perché confliggenti con il dpcm 19 del 2020 emanato da Roma (Fase 2, Conte: “Nessuna iniziativa locale consentita. Sicurezza prima del consenso”).

Il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia ha ribadito ieri, nel corso della videoconferenza tra Stato, regioni e province autonome, che nel caso in cui ci fossero state ordinanze con parti non coerenti con il decreto governativo  sarebbe scattata la diffida con la richiesta di rimozione (solo in caso di allentamento delle misure), con preannunciato impugnamento e ricorso al Tar o alla Consulta.

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