Alto Adige
“L’Alto Adige non è bottino di guerra”: su discorso 4 novembre Schuetzen chiedono dimissioni del Generale Berto
“L’Alto Adige è considerato ancora oggi come un bottino di guerra“.
Aspra polemica da parte degli Schuetzen sudtirolesi sul discorso del comandante delle truppe alpine, Generale Claudio Berto, tenuto in occasione delle celebrazioni del 4 novembre in piazza Walther a Bolzano.
“100 anni fa è stato raggiunto un bel traguardo e il grande progetto di un’Italia unita, pianificato da tempo, è stato realizzato“.
Questa la frase pronunciata da Berto che ha mandato su tutte le furie i vertici dei tradizionalisti altoatesini i quali oggi, alla ricerca dello sdegno dell’opinione pubblica e della destituzione del Generale, chiedono un intervento del Landeshauptmann Arno Kompatscher.
Una celebrazione, quella di piazza Walther, che ha visto riunite tutte le compagini rappresentative per la Festa delle forze armate e che, come nel resto d’Italia, si è tenuta anche a Bolzano.
Nell’ambito delle celebrazioni è stata letta, fra le altre, anche la lettera del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale si è soffermato sul valore del sacrificio e del ricordo a cent’anni esatti dalla fine del primo conflitto mondiale.
Nelle parole di Berto, il festeggiare l’Unità nazionale nel giorno in cui un secolo fa entrò in vigore l’armistizio che pose fine alla Prima guerra mondiale, ha assunto un valore ancora più grande.
La giornata è stata resa ancora più significativa dal fatto che quest’anno essa ha coinciso con la cerimonia in onore dei caduti di tutte le guerre, che si è tenuta al cimitero militare di San Giacomo.
Non dello stesso parere gli oltranzisti sudtirolesi che oggi (5 novembre) tuonano contro “affermazioni che suonano come una beffa per i nostri antenati e che disturbano la tanto decantata volontà di convivenza tra i diversi gruppi linguistici presenti sul territorio.
Per questo oggi chiediamo l’intervento del governatore e le dimissioni del comandante delle truppe alpine“.
Per il comandante Elmar Thaler il discorso del Generale sarebbe “un rinnovato segno di ciò che l’Italia farebbe del Sudtirolo se solo potesse“.
Segno che non farebbe ben sperare per il futuro.
“Queste dichiarazioni – ha sottolineato il comandante degli Schuetzen – dimostrano ancora una volta che i rappresentanti delle autorità statali vedono l’Alto Adige come un bottino di guerra, con l’uso di una retorica che corrisponde esattamente a quella della prima Guerra mondiale“.
E ancora “è sorprendente che l’Italia, in questi giorni, stia ancora festeggiando la vittoria. La commemorazione delle vittime di tutti i conflitti era con tutta evidenza da parte italiana solo un evento di contorno.
Coloro che, dopo 600mila caduti nelle proprie fila e quasi altrettanti sul lato opposto vogliono usare una retorica anacronistica non sono solo fuori luogo, ma rappresentano una seria minaccia per la società civile“.
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