Alto Adige
Kompatscher: “Fase 2, Conte ha sbagliato”
Il presidente Conte ha fissato ieri (26 aprile) le tappe della ripartenza delle attività economiche con nuove regole per i contatti sociali e le attività all’aperto dei cittadini. Nonostante alcuni alleggerimenti rispetto alle restrizioni in vigore, questi arrivano secondo Kompatscher troppo tardi e in forma troppo timida.
In particolare il commercio, il turismo, il settore della gastronomia e ristorazione ma anche parrucchieri ed estetisti hanno bisogno di una prospettiva per la riapertura chiara e soprattutto vicina nel tempo. Le regole, le date e le prescrizioni contenute nel nuovo decreto sono caratterizzate secondo Kompatscher da un approccio centralistico e burocratico, espressione di una totale assenza di fiducia da parte dello Stato nelle sue cittadine e cittadini.
“Nessuna considerazione delle specifiche esigenze”
“Nelle numerose videoconferenze che ho avuto con gli esponenti del Governo ho più volte chiesto che a livello statale per la Fase 2 fossero emanati solo criteri e linee guida. Si sarebbe dovuto lasciare alle Regioni e alle Province autonome la decisione finale su quali provvedimenti e regole adottare, sulla base delle rispettive situazioni epidemiologiche e delle specifiche esigenze dell’economia locale. Purtroppo qualche presidente delle altre Regioni ha adottato solo per pochissimo questo approccio autonomista, per poi dichiararsi d’accordo con regole dettagliate e centralizzate, probabilmente per evitare di doversi assumere direttamente la responsabilità delle decisioni” ha detto Kompatscher.
“Pochissimi spazi di manovra a livello locale”
Il risultato è stato ora un regolamento molto centralistico, che non rende possibile alcun provvedimento specifico per le esigenze dell’economia altoatesina.
“Inoltre è diventato per noi quasi impossibile programmare riaperture anticipate, anche se la situazione epidemiologica e la responsabilità dimostrata dalla popolazione le potessero consentire” prosegue il presidente.
“Sin dall’inizio abbiamo scelto in Alto Adige un approccio basato sul senso di responsabilità delle cittadine e dei cittadini in una società matura, mossa da volontà e obiettivi comuni. Questo approccio si è dimostrato quello giusto, anche se in questo modo non sono mancate le critiche anche a questa scelta.
L’approccio romano, che presuppone cittadini quasi inabili e di conseguenza un ampio programma di controlli e monitoraggi, non rispecchia né la situazione attuale in Alto Adige né il carattere stesso della nostra popolazione” prosegue Kompatscher.
L’obiettivo a livello locale resterà comunque quello di mitigare al massimo le conseguenze del modo di procedere del governo centrale, chiedendo parallelamente un ampliamento degli spazi di manovra dell’Autonomia in questo contesto, conclude Kompatscher.
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