Politica
Italexit con Paragone: “Tutela Salute pubblica? Solo chiacchiere. Dal Governo solo 9 miliardi, briciole da 4,6% dei fondi”
“La carenza di strutture, di personale e di dispositivi sanitari, unitamente al caos creato dal Comitato tecnico scientifico, dai DPCM e dalle ordinanze, hanno causato l’incremento dei contagi e dei decessi.
Malgrado l’eccezionalità degli avvenimenti, e nonostante la necessità di massicci investimenti sia in termini di risorse umane, sia strutturali, dall’esame della bozza del PNRR (il Piano nazionale di ripresa e resilienza), aggiornata al 6 dicembre, non si evincono le risposte tanto auspicate e altrettanto straordinarie. Alla sanità, infatti, il Ministro Speranza aveva promesso di destinare 68 miliardi. E invece risultano solo 9 miliardi, di cui 4,8 per l’assistenza di prossimità e telemedicina e 4,2 per l’innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria“.
Così in una nota si esprime il coordinamento dell’Alto Adige di “Italexit con Paragone” che sottolinea:
“Il giudizio che, pertanto, si può esprimere nei confronti di un Governo che, a chiacchiere, riconosce il valore universale della salute e la sua natura di bene pubblico fondamentale ma, nei fatti, intende destinare solo il 4,6% del totale dei fondi del dispositivo di ripresa e resilienza, è alquanto negativo.
Allo stesso tempo, corre l’obbligo di evidenziare che, per la gestione dei 209 miliardi assegnati all’Italia dal Next Generation Eu, accanto alla cabina di regia composta dal Premier Giuseppe Conte, dal Ministro dell’economia e delle finanze, Roberto Gualtieri e dal Ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ci saranno probabilmente 6 manager, coadiuvati, presumibilmente, da 90 tecnici.
Sotto il profilo giuridico, questo modello organizzativo piramidale se attuato si tradurrebbe in due parole: probabile danno erariale. Infatti, nei casi di assegnazione di incarichi professionali esterni di consulenza giuridico-legale o tecnica, che possono essere espletati da personale all’interno all’ente pubblico, si ravvisa, generalmente, una responsabilità amministrativa per danno erariale“.
“Di conseguenza, il Governo, in virtù di quanto previsto dal Decreto Legislativo n. 165 del 30 marzo 2001, recante le norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, nonché sulla base delle disposizioni in materia di trasparenza, dovrebbe quantomeno rendere note le particolari e comprovate esperienze e specializzazioni in possesso dei componenti di questa ennesima task force. Anche se non si capisce come all’interno dei singoli ministeri, non vi siano persone competenti in grado di espletare quelle funzioni che si vorrebbero affidare all’esterno. Come ci ricordò tempo fa Giulio Andreotti: A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”, conclude la nota.
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