Economia e Finanza
Istat, in Italia la povertà assoluta tocca il record e l’Europa fissa 3 obiettivi

Nel suo ultimo monitoraggio, l’Istat fotografa uno dei record italiani peggiori degli ultimi 15 anni. Oltre alla pandemia, in soli 12 mesi il covid, ha creato un’ondata di 1 milione di nuovi italiani in povertà assoluta. Le stime preliminari dell’Istat sul 2020, indicano valori in crescita anche sull’economia reale.
In particolare l’Istituto di statistica parla di oltre 2 milioni di famiglie che non possono permettersi le spese minime per condurre una vita discreta.
Si parla di 335 mila nuclei famigliari in più rispetto al 2019, ovvero 5 milioni e 600 mila persone in totale, circa 1 milione in più in 12 mesi. Per trovare numeri simili è necessario tornare al 2005, quando è iniziata la rilevazione dell’Istat per questo indicatore.
Il mezzogiorno resta l’area dove la povertà è più elevata, coinvolgendo il 9,3% delle famiglie contro il 5,5% del centro, ma l’ incremento negativo maggiore è nel nord dell’Italia, passata dal 5,8% al 7,6% per un totale di 720 mila individui.
Le più colpite sono le famiglie numerose con almeno 5 componenti, dove l’esplosione della cassa integrazione dovuta ai lockdown, ha portato l’aumento di 227 mila unità. I sostegni sociali come il reddito di cittadinanza e il reddito di emergenza, introdotto a maggio scorso, sono riusciti a contrastare solo in parte gli effetti della pandemia.
L’Istat registra anche una forte flessione per i consumi favorita dalle chiusure a singhiozzo dei negozi. Infatti, La spesa media mensile delle famiglie è tornata ai livelli del 2.000, con 2328 euro, esattamente il- 9,1% rispetto al 2019. Rimangono invece, stabili le spese alimentari e quelle per l’abitazione, mentre crollano quelle per tutti gli altri beni e servizi.
Dati allarmanti che sollevano la preoccupazione per i consumi futuri. Secondo il Presidente di Codacons la nuova ondata potrebbe mettere in pericolo i consumi nazionali e l’intera economia con un effetto diretto sull’industria, il commercio ed il Pil.
In questo quadro di incertezza, la Commissione Europea ha indicato un piano d’azione per i diritti sociali, fissando tre i principali obiettivi per L’Europa da raggiungere entro il 2030. Il primo prevede che il 60% di tutti gli adulti partecipi annualmente ad un corso di formazione; il secondo, che almeno il 78% della popolazione con età compresa tra i 20 e 64 anni abbia un lavoro. Infine, il terzo obiettivo punta ad una diminuzione di circa 15 milioni di persone a rischio povertà.
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