Alto Adige
Invalidi civili: misure per migliorare la loro quotidianità
I rappresentanti dell’Associazione Invalidi Civili (ANMIC Alto Adige) hanno incontrato il Consigliere Helmuth Renzler al fine di esaminare gli ostacoli legati alla vita quotidiana degli invalidi civili altoatesini e individuarne possibili soluzioni.
In particolare, i casi affrontati trattano gli ostacoli burocratici e finanziari che contribuiscono a complicare la vita di queste persone. Nel prossimo futuro a beneficio degli oltre 46.000 invalidi civili altoatesini, molti di questi problemi potrebbero essere risolti.
Al fine di tutelare i diritti degli invalidi civili altoatesini e rimuovere gli ostacoli esistenti, occorrono interventi mirati nonché incontri con i rappresentanti politici competenti e con i direttori dei dipartimenti o altri soggetti interessati. “Si è svolto un importante incontro all’interno del Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano”, riferisce Thomas Aichner, Presidente ANMIC Alto Adige.
“Un compito di fondamentale importanza che perseguiamo in qualità di maggiore rappresentanza degli interessi di invalidi civili e persone disabili dell’Alto Adige, consiste nell’ottimizzare e definire i diritti a favore di queste persone. A tal proposito e nella speranza di trovare una soluzione agli attuali problemi, abbiamo organizzato un incontro con il Consigliere Helmuth Renzler.”
Il Cons. Helmuth Renzler ha dedicato un’intera mattinata ad esaminare le diverse problematiche evidenziate dall’ANMIC Alto Adige. Particolare attenzione è stata rivolta a quegli ostacoli la cui rimozione comporterebbe uno sgravio finanziario per le parti interessate. “La proposta dell’ANMIC Alto Adige di ideare un certificato medico univoco sia per fare domanda di invalidità civile che per la domanda di assegno di cura – entrambi rilasciati prevalentemente dal medico di base – produce numerosi vantaggi”, ha spiegato Helmuth Renzler, annunciando il proprio sostegno.
“In questo modo, si eviterebbe che i richiedenti facciano accidentalmente domanda per il certificato medico errato dovendolo ugualmente pagare. Al contempo, un certificato medico univoco permetterebbe al paziente di risparmiare fino a 130 euro.“
Inoltre, anche in tema di pensione di invalidità civile, l’Associazione ha proposto soluzioni per garantire che questa preziosa assistenza raggiunga chi ne ha davvero bisogno. “Recentemente ci siamo trovati di fronte a un caso in cui un invalido civile, padre di tre figli, ha dovuto rinunciare al suo lavoro di insegnante a causa di una malattia. Di conseguenza, ha presentato domanda per la pensione di invalidità civile. Non trattandosi di una prima erogazione della suddetta pensione, egli ha dovuto dichiarare il reddito dell’anno precedente, che risultava superiore al limite di reddito stabilito dalla legge”, dichiara Thomas Aichner.
“In breve, sebbene il padre attualmente non percepisca alcun reddito e di conseguenza abbia urgentemente bisogno della pensione mensile di 468,31 euro, egli non ne ha diritto. Per ovviare a tale problema, proponiamo che in questi casi si possa dichiarare anche il reddito dell’anno di riferimento, così come accade quando la pensione viene erogata per la prima volta.”
In occasione dell’incontro è stato affrontato anche il tema della cosiddetta “pensione integrata” di 700,18 euro al mese. Questa prestazione economica viene erogata agli invalidi assoluti maggiorenni (dai 18 ai 67 anni con un’invalidità civile del 100%) e viene anch’essa concessa a condizione che il richiedente non superi un determinato limite di reddito.
In questo caso, si è dibattuto sul fatto che, al momento della richiesta di pensione integrata, il trattamento di fine rapporto (TFR) viene conteggiato come reddito. Un fatto che anche il Consigliere non condivide: “Poiché per gli invalidi assoluti il TFR viene conteggiato come reddito con conseguente superamento del limite di reddito previsto, coloro che richiedono la pensione integrata rimangono quasi sempre a mani vuote”, afferma Helmuth Renzler.
In collaborazione con il Cons. Helmuth Renzler verranno adottate ulteriori misure volte a risolvere le problematiche emerse durante l’incontro: “Il sostegno finanziario e l’integrazione sociale degli invalidi civili sono una tematica che mi sta molto a cuore. Pertanto, mi impegnerò personalmente ad affrontare la questione con gli Assessori competenti affinché vengano prese le misure necessarie per migliorare attivamente la vita quotidiana degli oltre 46.000 invalidi civili altoatesini”, sottolinea infine il Consigliere.
L’Associazione Invalidi Civili (ANMIC Alto Adige) è un’associazione di promozione sociale (APS), riconosciuta a livello statale e provinciale rispettivamente dal 1965 e 1994. Quale unica rappresentanza legale e giuridica a favore dei mutilati e degli invalidi civili, l’ANMIC Alto Adige ne fa le veci presso uffici pubblici e aziende private, al fine di garantire una piena integrazione di queste persone nella società e nel mondo del lavoro. Con oltre 6.000 soci, l’ANMIC Alto Adige è la maggiore rappresentanza degli interessi di invalidi civili e persone disabili in Alto Adige.
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