Bolzano
Indagine sulle famiglie di Bolzano: in aumento quelle con 3 o più figli, crescono anche i single
Sono stati presentati ieri (20 dicembre) dall’Assessore alla Statistica e Tempi della Città Monica Franch i risultati di un’indagine volta ad approfondire una serie di aspetti demografici e non legati alle famiglie del capoluogo altoatesino.
A fine 2017 erano 49.220 su una popolazione complessiva di 107.317 abitanti.
Lo studio presentato stamane nasce da un approfondimento dei dati ASTAT recentemente pubblicati nel volume “Indagine della famiglia” . Esistendo tuttavia varie differenze tra il capoluogo e gli altri comuni (aspetti della vita urbana inerenti la composizione demografica, abitudini, riferimenti culturali, occupazione) l’Assessorato comunale competente attraverso l’Ufficio Statistica e Tempi della Città, ha ritenuto opportuno un approfondimento basato esclusivamente sui dati relativi al capoluogo.
“Lo studio realizzato negli scorsi mesi di agosto e settembre -ha detto l’Assessore Franch- offre una panoramica generale delle famiglie di Bolzano, in cui emerge una varietà di tipologie, di bisogni e di strategie per far fronte agli impegni quotidiani. Sotto l’aspetto demografico, le famiglie con figli sono in leggero calo, anche se aumentano le famiglie con 2, 3 e più figli.
Le famiglie unipersonali crescono e riguardano sia gli over 60, che la fascia tra i 30 e 59 anni. Da notare però che mentre nel primo gruppo sono in maggioranza le donne, nel secondo prevalgono gli uomini. Per quanto riguarda l’opinione dei bolzanini sul concetto di famiglia, prevale l’idea di una famiglia tradizionale costituita da genitori e figli anche se sempre di più vengono identificati come famiglia quei nuclei in cui comunque sono presenti figli/minori”.
L’Assessore Monica Franch ha chiarito che: “La famiglia costituisce senza dubbio un grande valore. Tale dato viene confermato anche quando si misura la soddisfazione in relazione agli ambiti di vita, in quanto la vita familiare riporta la percentuale massima per importanza. La vita familiare, che dona felicità nonostante tempo ed energie vengano per lo più investite per i bisogni dei figli, comporta sicuramente delle strategie per conciliare gli impegni lavorativi. La fruibilità dei servizi diventa quindi, uno strumento importante ed in particolare gli orari di chiusura ed apertura possono influire sulla gestione del tempo in famiglia. Si evidenziano ad esempio alcune problematicità per quanto riguarda gli orari dei medici di base e dei pediatri”.
“In presenza di figli – hanno spiegato le curatrici dello studio, Sabina Scola, Sylvia Profanter e Katia Ceccon dell’Ufficio Statistica e Tempi della Città – secondo gli intervistati la possibilità di carriera presenta alcune difficoltà, soprattutto per la donna che ha ancora una parte rilevante nel lavoro di cura ed assistenza in famiglia.
Infatti, la distribuzione dei compiti prevede un maggiore carico per la mamma piuttosto che per il papà o per entrambi i genitori. Proprio per far fronte alla gestione familiare – hanno aggiunto – l’orario di lavoro ridotto sembra essere uno strumento di conciliazione diffuso, anche se vengono auspicati maggiore flessibilità ed aiuti esterni in caso di emergenza. Il tema dei tempi della scuola emerge in modo critico solo quando il riferimento è alle vacanze, mentre gli orari di inizio delle lezioni sono facilmente conciliabili con le esigenze delle famiglie”.
In generale dunque lo studio ha evidenziato una buona soddisfazione per la propria vita e gestione familiare, con un’attenzione particolare ai bisogni dei bambini in un contesto dove ancora sono di aiuto le reti familiari ed amicali che completano il panorama di servizi e sostegni alla famiglia.
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