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Alto Adige

In Alto Adige il numero di cervi è raddoppiato in vent’anni: ora sono quasi 10.000

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In Alto Adige, la popolazione di cervi è più che raddoppiata negli ultimi vent’anni, passando da circa 5.000 capi nel 2005 a quasi 10.000 esemplari censiti negli ultimi anni. Il dato emerge dal censimento annuale condotto dal Servizio forestale provinciale, che dal 2000 monitora sistematicamente la presenza di questi animali sul territorio per garantire un equilibrio tra fauna selvatica, agricoltura e gestione forestale.

Il cervo rosso, il più grande ruminante selvatico d’Europa, deve il suo nome al tipico mantello estivo rosso-marrone. La sua presenza è in costante crescita, una tendenza che, come spiega il direttore della Ripartizione Servizio forestale Günther Unterthiner, si registra in tutta l’Europa centrale. “Il cervo rosso beneficia dei paesaggi agricoli aperti e, in ultima analisi, anche del cambiamento climatico globale: l’aumento dell’apporto di nutrienti e la conseguente crescita della materia vegetale favoriscono questa tendenza”, osserva Unterthiner.

L’aumento più significativo si è verificato nella parte occidentale della provincia di Bolzano, ma un incremento è stato registrato anche nelle zone centrali e orientali. Questa crescita della popolazione di cervi pone sfide sempre più complesse per agricoltori, silvicoltori e cacciatori, rendendo necessaria una gestione integrata del fenomeno. “Sappiamo per esperienza che le sole misure venatorie non sono efficaci”, sottolinea Unterthiner, evidenziando la necessità di un approccio più ampio che coinvolga tutti gli attori del territorio.






L’importanza del censimento viene ribadita dall’assessore provinciale alle Foreste, Luis Walcher: “Il censimento degli animali selvatici è uno dei compiti fondamentali nella gestione della fauna selvatica. È un lavoro mirato a conciliare l’uso comune del paesaggio da parte della fauna e dell’uomo”. Il monitoraggio viene effettuato di notte, utilizzando fari e, sempre più spesso, termocamere in grado di rilevare la presenza degli animali. Il conteggio richiede un notevole sforzo organizzativo, con squadre composte da guardie venatorie, cacciatori e membri del Corpo forestale provinciale, che operano simultaneamente su tutto il territorio per evitare duplicazioni nei dati raccolti.

L’aumento della popolazione di cervi è un fenomeno da osservare con attenzione: se da un lato testimonia la capacità di adattamento della specie, dall’altro impone nuove strategie di gestione per preservare l’equilibrio tra natura e attività umane.



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