Società
Imprenditore Trentino scrive al Premier Conte: «Il tempo di giocare è finito, non prendiamoci più in giro»
Gianenrico Sordo, (nella foto) imprenditore della Valsugana e persona molto nota in Trentino prende «carta e penna» e scrive una lettera aperta al premier Conte.
L’occasione è la nuova conferenza stampa trasmessa ieri sera a reti unificate dove Conte ha presentato il nuovo decreto che «chiude» l’Italia fino a 3 maggio 2020.
Più passa il tempo più il popolo italiano è preoccupato.
A quasi 2 mesi dalla dichiarazione di emergenza sanitaria gli italiani hanno ascoltato solo promesse, e purtroppo con grande rammarico fatti zero.
Ma i conti correnti degli imprenditori sono in rosso, i frigoriferi delle famiglie vuoti, e non arrivano ne indennizzi ne una pur piccola garanzia che si possa ricominciare dopo una drammatica situazione che ha segnato tutto il paese. Nella lettera l’imprenditore punta il dito anche sugli errori, le incongruenze e le contraddizioni di un governo che forse ora non sa più dove sbattere la testa.
Sotto la lettera di Gianenrico Sordo pubblicata anche sulla sua pagina social
Egregio presidente Conte,
«le scrivo perché lei possa spiegarmi su quale logica si basano le disposizioni stabilite nei suoi decreti: in primo luogo vorrei ci chiarisse una volta per tutte cosa si intende per attività motoria nei pressi della propria abitazione, perché c’è chi sostiene si possa camminare, ma non correre, ma in realtà nel sito internet del ministero della salute in uno scritto da voi pubblicato il 5 febbraio 2013 scrivete “attività motoria” è sostanzialmente sinonimo di attività fisica e nell’attività fisica rientra la corsa.
In secondo luogo vorrei comprendere su quali basi viene deciso quali sono le attività indispensabili e quali no: per ciò che mi riguarda mi sembra evidente che farmacie sanitari alimentari siano indubbiamente attività indispensabili, ma non capisco i tabaccai, e adesso dopo la sua ultima conferenza di ieri l’aggiunta di negozi per bambini cartolerie e librerie.
Quali comprovate esigenze irrinunciabili può portare un cittadino a rivolgersi a una di queste attività? Sa dottor Conte, il tempo di giocare è finito, non prendiamoci più in giro, io ho due partite iva ed entrambe devo tenerle chiuse e non ne capisco la logica perché vede gentile presidente, io sono un malato di cancro, e nonostante i grossi interventi chirurgici a cui sono stato sottoposto, gli unici giorni di lavoro a cui sono mancato sono stati quelli dei ricoveri, perché una mia assenza prolungata avrebbe messo in difficoltà la mia azienda.
Mi sono curato a mie spese per poter avere risultati veloci e non pesare sui costi della sanità e nonostante sia stato considerato invalido al 100% non ho mai richiesto nessun aiuto.
Però voi oggi mi costringete a tenere l’azienda chiusa causandomi danni incalcolabili e mi sento inerme nel vedere il risultato di anni di lavoro e sacrifici che sta crollando.
La mia logica avrebbe consigliato prima di aprire le fabbriche le aziende produttive dove si possono controllare le distanze di sicurezza e l’utilizzo delle misure di contenimento, dove c’è un orario di ingresso e uno di uscita e non si può barare su questi, non negozi dove può entrare chiunque a qualsiasi orario.
In terzo luogo vorrei consigliare di non utilizzare i sistemi di divulgazione di notizie promettendo a imprenditori e cittadini manovre di primo impatto notevoli e interessanti per poi dimostrarsi solo promesse senza verità.
Le sembrerà incredibile dottor Conte, ma se domani andassi in banca riuscirei ad ottenere un prestito a condizioni migliori di ciò che proponete voi nel decreto salva Italia; in ultimo le consiglio di non usare la televisione di Stato a reti unificate per fare dichiarazioni personali ai suoi avversari politici, non fa onore a lei e nemmeno al popolo italiano stremato che chiede di avere rassicurazioni e proposte concrete e non siparietti e litigi senza senso.
Sa Dottor Conte agli italiani, che il MES l’abbiate deciso voi, la sinistra o la destra, a noi non ce ne frega nulla. Noi abbiamo bisogno di un leader che ci trascini fuori da una montagna di merda!
Molti hanno la memoria corta ma in tanti si ricordano quando lei aggredì il personale dell’ospedale di Lodi dichiarando che era responsabile di aver favorito il contagio. E queste accuse erano state inopportune e singolari visto che lei l’emergenza la conosceva già dalla fine di gennaio e tanto avrebbe potuto fare…
Già, avrebbe, e non ha fatto.
Caro dottor Conte le ricordo che lo Stato italiano che lei rappresenta ha l’obbligo di tutelare la salute dei suoi cittadini che insieme al lavoro e la sicurezza sono le fondamenta della nostra società civile e della famiglia.
Ci troviamo in questo grosso guaio e lei ora ci dovrà tirare fuori, e anche alla svelta se non vuole finire sui libri di storia come colui che ha fatto fallire il nostro paese portandolo alla fame.
Lo faccia dottor Conte, senza esitare un solo secondo perché se no avrà sulla coscienza intere generazioni.
Noi italiani le parole le ascoltiamo con tanta pazienza, ma poi servono i fatti. Quei fatti che per il momento sono solo sogni o chimere».
Gianenrico Sordo
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