Italia & Estero
Immigrazione clandestina, il nuovo “Muro di Berlino”: la Germania chiude le frontiere
“Le frontiere (chiuse) buone sono quelle degli altri. Le nostre devono rimanere un colabrodo e una pura linea sulla cartina.” mi viene da pensare.
Questo il senso della recente decisione della Germania di sospendere gli accordi di Schengen e di ripristinare i controlli alle proprie frontiere, nonché quella di applicare rigidamente gli accordi di Dublino e rispedire dai paesi di prima schedatura eventuali clandestini scoperti sul proprio territorio.
E questo è anche il senso del silenzio delle forze di sinistra e cattoliche su tale decisione, che ci vedrà costretti a riprendere indietro migliaia di clandestini emigrati illegalmente in Germania, già sbarcati sulle nostre coste, ironia della sorte – ma non troppo – anche grazie al continuo traghettare di ONG finanziate dalla chiesa protestante teutonica e pure dal governo tedesco in persona.
È ben vero che la Germania ha subito ultimamente attacchi terroristici interni, ma la misura appare – a mio parere – per ora sproporzionata, quindi non aderente agli accordi Europei, e non è stata applicata a suo tempo nemmeno dalla Francia, che ha subito ben più di un Bataclan.
Trattasi all’ evidenza – ritengo – dell‘ennesimo atto di doppiopesismo teutonico, che dall’UE prende solo quello che le fa comodo e ignora alcune regole comunitarie, come quelle sugli aiuti di stato alle banche e alle compagnie aeree o sul surplus commerciale, salvo poi pure contestarle agli altri.
E il fatto rischia di provocare una frana, poiché in questi giorni pure l’Olanda sta pensando alla medesima misura. La Francia al momento non è pervenuta.
Non mancano invero le voci contrarie, per ora quelle di Polonia e Austria, che temono di vedersi rispediti nei rispettivi paesi migliaia di profughi ucraini che non hanno ottenuto lo status di rifugiato in Germania o clandestini di varia nazionalità il cui transito in quei paesi è stato accertato.
La notizia, credo, avrebbe meritato adeguato spazio sui media, ma, evidentemente, risulta assai scomoda. Data la notizia ai lettori, chi scrive, passa al personale commento.
La chiusura delle frontiere all’ interno dell’UE – meglio, la sospensione degli accordi di Schengen, che si concreta nel ripristino dei controlli al valico – è consentita secondo il diritto comunitario qualora si debbano “affrontare minacce serie e di sicurezza interna quando queste misure sono necessarie e proporzionate”.
Aver subito un paio di attacchi di isolati terroristi non pare sia misura necessitata e proporzionata. Risulta invece a mio parere assai opportuna dal punto di vista politico per ridare una apparente patina di lustro ai socialdemocratici che hanno appena subito una batosta elettorale da parte delle forze di destra in più Laender. Pertanto trattasi credo di mossa politica a valenza interna, che è l’ ennesima conferma di quanta considerazione ha la Germania dell’ Europa.
Che dovrebbe fare l’ Italia in questo momento? Per chi scrive, in primo luogo portare a casa l’elezione del ministro Fitto a Commissario Europeo, sempre che la nostra opposizione non si metta di traverso.
Indi applicare l’altro principio cardine del diritto internazionale che è la condizione di reciprocità (io faccio quello che fai tu) e iniziare a “chiudere” le proprie frontiere interne Ue, iniziando dalle ONG tedesche. E magari, con l’ occasione, “chiudere” anche quelle esterne, perchè quello che è pericolo per la Germania è pericolo per tutti. O no?
a cura di Stefano Sforzellini
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