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Italia & Estero

Il ministro Sangiuliano rassegna le dimissioni: potrebbero emergere altri dettagli compromettenti

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Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, ha recentemente rilasciato una dichiarazione in cui accoglie con favore la possibilità che la Corte dei conti apra un’indagine su di lui. “Sono lieto di apprendere che la Corte dei conti stia valutando la possibilità di aprire un fascicolo sulla vicenda che mi riguarda,” ha affermato, aggiungendo che questa sarà l’occasione per dimostrare come nessun fondo pubblico sia stato utilizzato per spese legate a Maria Rosaria Boccia.

Nonostante questo tentativo di difesa, la sua posizione appare sempre più precaria. La situazione, aggravata dall’attenzione mediatica sul caso, potrebbe portare Sangiuliano a rassegnare le dimissioni.

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Pochi minuti fa il Ministro ha rassegnato le dimissioni «irrevocabili».

Sangiuliano lascia quindi il Collegio Romano e rinuncia al progetto di diventare il punto di riferimento culturale della destra, contribuendo alla visione politica di Giorgia Meloni di contrastare l’egemonia culturale della sinistra.

Il caso ruota attorno a Maria Rosaria Boccia, un’imprenditrice e influencer che ha scatenato lo scandalo con la divulgazione di foto e video che facevano intendere un suo presunto coinvolgimento nelle attività del ministero.

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Si teme che Boccia possa fornire ulteriori materiali compromettenti, aumentando così la pressione sul ministro e sul governo. Anche durante un’intervista al programma televisivo In Onda su La7, Boccia ha lasciato intendere che ci sarebbero altri dettagli non ancora emersi.

La vicenda ha messo in difficoltà l’esecutivo. Meloni, pur tentando di difendere Sangiuliano, sembra dover cedere al peso delle accuse e al crescente imbarazzo, cercando di limitare i danni con un’azione decisa. Questo potrebbe portare a una soluzione drastica per chiudere il caso e riportare l’attenzione su altre questioni politiche.

Dopo le due dimissioni la premier dovrà trovare un sostituto in grado di gestire un incarico delicato come quello alla Cultura, soprattutto in vista dell’imminente G7.

Tra i possibili successori, Meloni sta valutando tre nomi: Alessandro Giuli, Pietrangelo Buttafuoco e Gianmarco Mazzi, figure che potrebbero garantire stabilità e prestigio in un momento particolarmente delicato per il governo.

 

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