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Il governo tergiversa, pericolo di tensioni sociali. La gente scenderà in piazza

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Scorrendo le pagine social si può notare il nervosismo che sta nascendo per la gestione della quarantena da parte del Governo.

Se da un lato ci sono persone che hanno paura dell’epidemia, dall’altra ci sono i proprietari di aziende, artigiani, commercianti, ambulanti e imprenditori che non ce la fanno più.

L’emergenza sanitaria ha costretto le attività alla chiusura, senza alcun supporto e sostegno. Non è stato fatto alcun piano di detassazione, nessun aiuto e nessuno sconto, unico caso nel mondo.

Se prendiamo il comparto turistico, ci accorgiamo che dopo aver perso gli incassi della Pasqua, si andrà anche a perdere quelli dei ponti di aprile e maggio.

Ma la cosa che sta facendo paura, ben più del COVID19, è la FASE DUE: la ripartenza.

Fabbriche che dovranno lavorare a regime ridotto, commercianti che dovranno adeguarsi, a proprie spese, ai limiti imposti e bar e ristoranti che si troveranno con incassi inferiori fino all’80% e quindi impossibilitati ad andare avanti.

La realtà è che se una volta, con delle attività ci si poteva arricchire, adesso ci si vivacchia, forse.

Sono bastati 3 mesi di stop per rendersi conto che se il rubinetto si chiude, si rischia di mettere a repentaglio decenni di lavoro.

Oltre il 30% delle attività è già ad altissimo rischio, ma ben presto se ne aggiungeranno altre. L’apertura graduale è pressoché impossibile a queste condizioni.

Nelle ultime ore associazioni e liberi cittadini stanno organizzando manifestazioni di protesta a partire dal 25 aprile. Si incitano tutti a scendere in piazza. La gente è esasperata di vivere in questo clima di insicurezza costante.

Da Sud a Nord si stanno accordando realtà allo stremo che promettono guerra alle amministrazioni e anche per il 4 maggio, sono state indette manifestazioni di protesta di ogni tipo.

Non può funzionare.

Ma analizziamo bene cosa sta succedendo. Un virus dalla propagazione mai vista prima invade il mondo. Il suo tasso di morte è attorno al 2%, ma in Italia ha raggiunto il 13%.

Poi veniamo a scoprire che i decessi del periodo non sono stati sottoposti né a tampone e nemmeno ad autopsia.

Quindi, un morto per infarto oppure per polmonite è rientrato nel conteggio. Scopriamo che oltre il 60% potrebbe aver già avuto il Cornavirus senza nemmeno accorgersene.

Quindi si capisce che questo virus è sì potente, ma eravamo noi a non avere i posti di terapia intensiva adeguati.

Quei pochi posti esistenti si sono esauriti in fretta ed è scattata una sorta di roulette russa. Poi scopriamo che i posti erano 16.000 nel 2010 e, a distanza di 9 anni, sono stati ridotti a 5.000 a causa dei tagli “voluti dall’Europa”.

Tralasciamo la riflessione sugli ospedali fantasma esistenti sul territorio, inaugurati e mai aperti e le centinaia chiusi perché altrimenti staremo qua a scrivere per un decennio.

Quindi, la vera emergenza era quella della mancanza di supporto da parte della Sanità.

In poco più di un mese sono state fatte tante cose, ospedali nuovi, ospedali vecchi e riaperti, reparti convertiti, mascherine, guanti e quarantena. Quarantena appunto.

L’impossibilità di vivere la vita, di non godersela, ma solo di lavorare, per chi può farlo, per tirare avanti la baracca e per puro spirito e dovere sociale. Bene, fatta.

Ora la gente non ce la fa più, ma non fisicamente, non ce la fa più perché sta esaurendo i soldi.

E quando la gente fatica a comperarsi il pane diventa cattiva. Le spese rimangono e gli incassi sono spariti. Ma l’italiano ha coraggio e se tutto riparte, lavorerà anche 24 su 24 pur di far fronte ai propri impegni, ma deve partire.

Subito, senza se e senza ma, e a pieno regime. Ora i posti d’ospedale ci sono, il personale è qualificato e le procedure sono state standardizzate. Ora, il virus se ne sta andando.

L’emergenza, ammesso che ci sia mai stata, è rientrata. Ma il governo dice di no. Deve prendere tempo, non vuole responsabilità di alcun tipo.

Piuttosto che perdere decisioni le fa prendere a un team appositamente scelto tra le amicizie delle amicizie.

Il popolo che lavora, però non ci sta. Chi è al governo e percepisce uno stipendio d’oro, dovrebbe agire a favore del popolo, ma per ora non lo fa.

Tergiversa e questo innervosisce. Si viene a scoprire che i virus hanno mediamente un ciclo di 70/80 giorni. Si viene a sapere che in Germania manco se ne sono accorti, che in Cina hanno dei dati e che negli Stati Uniti degli altri.

La conta dei decessi è incredibilmente diversa da Stato a Stato eppure siamo tutti simili, mangiamo quasi le stesse cose e abitiamo sullo stesso pianeta.

Ma in Italia moriamo 8 volte più che in Germania e 5 volte più che in Francia.

Solo gli americani ci batteranno in questa infame classifica. La realtà è che ci hanno messo paura e lo faranno ancora, ma il popolo di quelli che devono lavorare non ha paura.

Noi crediamo che la famosa applicazione per smartphone che ci vogliono propinare per tracciare i nostri movimenti poi servirà anche ad altro, questo popolo, quello che ama la nazione, non la scaricherà sui propri cellulari.

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