Italia ed estero
Il governo presta 50 milioni alla Tunisia per ‘credito di aiuto’. Polemiche per il post di ringraziamento dell’ambasciata, subito cancellato
Quanto successo nella mattinata di oggi (27 marzo) è un pericoloso campanello di allarme nel periodo più buio della storia della Repubblica, in cui l’Italia e l’Europa si apprestano ad affrontare una delle crisi economiche più drammatiche dal secondo dopoguerra.
La pubblicazione di un articolo della nostra testata gemella La Voce del Trentino «Il governo versa 50 milioni per sostenere le imprese in Tunisia e la Toscana 80 mila euro per un consultorio transgender» è diventato virale ed è stato ripreso da centinaia di pagine e gruppi facebook.
Ora la polemica verte però nel particolare sul mistero dei 50 milioni versati dal governo italiano alle aziende tunisine a titolo di sostegno per l’emergenza Coronavirus o, come sostiene la Farnesina, a titolo di ‘credito di aiuto’, salvo poi dover comunque oscurare il post dell’ambasciata (riportato sotto) che ringraziava il nostro esecutivo per la veloce erogazione.
Ad anticiparlo era stata l’agenzia britannica Reuters il 25 marzo, riportando “Coronavirus, Italia presterà a Tunisia 50 milioni di euro“.
Una rivelazione che molti media italiani hanno ignorato, ad eccezione di Repubblica, che in un articolo del 26 marzo (“Tunisia, le “scelte italiane” del governo per affrontare il virus: industrie chiuse e sussidi, ma ancora da definire“), in un paragrafo testualmente riporta:
La somma, così come annunciato da Reuters il 25 marzo, come poi scritto nel post dell’ambasciata italiana a Tunisi lo stesso giorno e come successivamente riportato da Repubblica sarà dunque destinata al sostegno delle imprese tunisine per rispondere all’impatto socioeconomico a causa del Coronavirus.
Un post, quello dell’Ambasciata, presente fino alle 10.00 di questa mattina e poi misteriosamente scomparso.
Arrancante la risposta del ministero degli Esteri che, in un comunicato emesso su richiesta di chiarimenti da parte di alcuni organi di stampa, parla di 50 milioni di euro a titolo di «credito di aiuto», sottintendendo un prestito e non una donazione non riferita alla crisi delle imprese tunisine per l’emergenza mondiale Covid-19.
La pubblicazione ufficiale risale a questa mattina (27 marzo) titolata “Farnesina, credito Tunisia risale a 2017, sorpresi da polemiche“. Nel testo, che parzialmente riportiamo, si legge:
“In merito ad alcune polemiche sollevate nelle ultime ore, la Farnesina precisa che quello nei confronti della Tunisia non è un dono, né un regalo, bensì un credito (di aiuto), appunto di 50 milioni di euro, che rientra nel quadro del più ampio Memorandum of Understanding Italia – Tunisia siglato nel 2017, dunque ben tre anni fa (..) Si evince facilmente, dunque, che la finalità del credito, proprio perché connessa ad accordi del 2017, non potrebbe essere collegata in alcun modo all’emergenza Covid, ma a un programma a supporto delle PMI tunisine definito a livello intergovernativo nella prima metà dello scorso anno. Programma di supporto come peraltro ve ne sono molteplici e dei quali, si ricorda, giova in modo indiretto anche il tessuto imprenditoriale italiano attivo sul territorio“.
Il testo riportato nel post dell’ambasciata tuttavia recita: “Questa somma è destinata a sostenere le imprese tunisine e potrà essere utilizzata per rispondere all’impatto socioeconomico del #coronavirus in Tunisia, supportando le misure messe in campo dal governo tunisino“.
Sostenendo la tesi del versamento effettuato a titolo di aiuto alle imprese tunisine proprio per l’emergenza Coronavirus, Fabio Sabbatani Schiuma e Angelo Bertoglio, rispettivamente segretario e vicesegretario nazionale di Riva Destra, movimento federato a Fratelli d’Italia, dichiarano in una nota:
«I nostri imprenditori, i nostri commercianti, le nostre partite iva, le nostre famiglie non hanno risposte, certezze e vivono nella paura di chiusure e fallimenti. I nostri operatori sanitari e i nostri operatori della sicurezza non hanno le dovute protezioni per poter operare in sicurezza, tanto da dover lavorare senza aver potuto fare il tampone per sapere se sono contagiati a loro volta, mandandogli allo sbaraglio.
Non ci sono tamponi e medici per i nostri anziani dimenticati nelle case di riposo, curati grazie a Dio dalle infermiere e dalle Oss nei modi a loro possibili, ma anche loro con grandi difficoltà e senza tamponi. Lo stato -conclude la nota- chiede soldi agli Italiani per sostenere la Protezione Civile e cosa si scopre? Che il governo Conte-Di Maio manda 50 milioni di euro per sostenere gli imprenditori tunisini. L’Italia e gli Italiani devono sapere ed e’ inutile cancellare i post».
Che si tratti del sopra citato ‘Memorandum of Understanding’ o di una effettiva donazione, come altri sostengono, il versamento solleva polemiche probabilmente perché pare decisamente fuori luogo per un periodo in cui l’economia italiana, sostenuta da piccole e medie imprese, partite Iva e artigiani alla canna del gas, rischia di sprofondare nella gora profonda del fallimento epocale.
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