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Il denaro contante significa libertà: la battaglia svizzera per una nuova politica monetaria

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Il denaro contante è libertà, questo è il titolo suadente della proposta di legge di iniziativa popolare promossa dal Movimento svizzero per la libertà che chiede la modifica dell’articolo 99 della Costituzione federale svizzera, recante norme di politica monetaria, affinché la Confederazione elvetica garantisca che il denaro contante sia sempre disponibile in quantità sufficiente e che la sostituzione del franco svizzero con un’altra moneta (fisica come l’euro, ma anche elettronica come le carte bancarie, o addirittura virtuale come il bitcoin) sia sottoposta al voto del popolo e dei Cantoni.

I promotori dell’iniziativa temono l’abolizione del contante e sono particolarmente preoccupati dalle attuali tendenze politiche, che auspicano un futuro in cui circoli sempre meno contante. A loro avviso, una restrizione o una rinuncia al contante equivarrebbe ad un mondo in cui le azioni di ogni individuo sarebbero costantemente monitorate.

Sulla base dell’ultimo sondaggio della Banca Nazionale Svizzera attestante che il 95% degli svizzeri intervistati preferisce il contante come mezzo di pagamento, anche se si registra un incremento dell’utilizzo dei canali digitali per i pagamenti elettronici, il Consiglio federale svizzero ha deciso di contrapporre all’iniziativa popolare un controprogetto diretto (approvato con larga maggioranza), riconoscendo l’importanza delle monete e delle banconote per l’economia e la società ed iscrivendo, così, in Costituzione il mantenimento di monete e banconote, come pure il riconoscimento del franco svizzero quale divisa nazionale.






Il Movimento svizzero per la libertà è fortemente preoccupato per «la strisciante perdita di libertà causata dall’arrembante digitalizzazione dei pagamenti, un’evoluzione quest’ultima che discrimina gli anziani, poco avvezzi a pagare con lo smartphone, sottoponendo la popolazione al rischio di una sorveglianza di massa, con tanti saluti per la privacy. Per non parlare dei pericoli insiti nei mezzi di pagamento elettronici, come un improvviso blackout o un hackeraggio. La popolazione ha insomma il diritto di scegliere se pagare o meno in contanti, anche per tenere meglio sotto controllo le proprie finanze, mentre oggi in Svizzera non è già più possibile in determinate occasioni, come per l’acquisto di un biglietto del bus».

Tuttavia, il Consiglio federale svizzero, considerando che la regolamentazione attuale non intralcia i pagamenti in contanti, non ha ritenuto opportuno inserire nella Costituzione anche l’obbligo di accettare il contante, per non ostacolare l’uso di mezzi di pagamento alternativi, né l’introduzione futura di nuovi metodi di pagamento. Vi avevamo già parlato, qualche tempo fa, della posizione della Zecca austriaca a favore del contante (qui il nostro articolo) e in Italia? Tutti soddisfatti dall’uso del denaro elettronico?

A cura di Mario Amendola



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