Italia & Estero
I primi 100 giorni di von der Leyen: quanto è credibile il suo piano?
La presidente della Commissione promette di muoversi rapidamente con riforme di vasta portata. Quanto è credibile il suo piano? Vediamo i punti principali.
La politica tedesca Ursula von der Leyen, nominata per un altro mandato come presidente della Commissione europea, ha giurato di compiere numerose e importantissime scelte politiche durante i suoi primi 100 giorni replicando ciò che aveva fatto anche all’inizio del suo primo mandato.
I suoi obiettivi sono molto vari: dalla prima bozza di una politica di difesa potenziata alle aziende di intelligenza artificiale, fino a una nuova “visione” per l’agricoltura che aiuterà gli agricoltori (sempre sul piede di guerra) a resistere alle norme ambientali dell’UE.
Un piano ambizioso che arriva in un momento di difficoltà per l’UE in quanto alla ricerca di una sua più forte e definita identità nel contesto geopolitico mondiale.
Inoltre Von der Leyen non è solo alle prese con un’economia europea sull’orlo di una “ lenta agonia “, secondo l’ex capo della Banca centrale europea Mario Draghi, sta infatti anche affrontando la prospettiva di dover assumersi una responsabilità maggiore di muoversi come entità politica unita di fronte ad un nazionalismo dilagante.
Riuscirà a raggiungere i suoi obiettivi?
Dovrà chiedere al suo neo-nominato commissario alla difesa, il lituano Andrius Kubilius, di presentare un rapporto sulla difesa. Il lussemburghese Christophe Hansen, sarà incaricato di presentare un nuovo piano per riconciliare gli agricoltori con le regole verdi dell’UE.
Nel campo della tecnologia, la sua “AI Factory Initiative” mira a collegare le startup dell’UE ai supercomputer in modo che possano iniziare a recuperare terreno rispetto ai concorrenti americani e cinesi nel fiorente campo dell’intelligenza artificiale generativa.
Per quanto riguarda invece l’allargamento, le cosiddette revisioni politiche forniranno una chiara indicazione di quanto velocemente, o lentamente, il blocco intende procedere con l’espansione a nuovi membri.
Per avere industrie competitive e posti di lavoro di qualità si dovrà poi investire e garantire l’accesso a forniture energetiche e materie prime economiche, sostenibili, sicure promuovendo nell’industria le tecnologie pulite.
Ciò preparerà la strada verso l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 90 percento per il 2040, in modo da sancire una legge europea sul clima efficace.
Sebbene non sia chiaro esattamente come si tradurrà tutto questo ci si aspetta che fornisca un aiuto alle aziende dell’UE nel gestire la transizione verso un’economia decarbonizzata e nel restare a galla di fronte alla forte concorrenza di Stati Uniti e Cina.
La battaglia più grande sarà quella sui soldi: gli esperti sostengono che rendere l’industria più verde mantenendola competitiva richiederà centinaia di miliardi di investimenti, ma i governi dell’UE hanno poca voglia di sborsare.
Riguardo al Piano d’azione europeo sulla sicurezza informatica degli ospedali e degli operatori sanitari richiederà di mettere in atto misure immediate contro ransomware e altri attacchi informatici di hacker e bande criminali.
Per la realizzazione di aziende potenziate grazie all’intelligenza artificiale si dovrà garantire l’accesso a nuove capacità di supercalcolo su misura e collegare le startup di IA con la Rete di supercomputer finanziata dall’UE (e anche ridurre la dipendenza dalla potenza di calcolo degli Stati Uniti) tramite l’iniziativa ‘AI Factories”.
Sul futuro della difesa europea si predisporrà un rafforzamento della partnership UE-NATO per superare tutte le minacce, compresi i nuovi pericoli legati al cyberspazio.
La difesa inoltre sarà un tema chiave per la nuova legislatura. L’idea di base è quella di lavorare dal basso: non ha senso avere un dibattito divisivo su un esercito UE se il blocco non riesce a produrre abbastanza munizioni o missili, la principale battaglia sarà quindi quella dei finanziamenti oltre a quella di creare una prospettiva comune più compatta circa l’intervento militare dell’UE sullo scacchiere bellico internazionale.
Per contrastare nuove ondate di proteste sui trattori, la von der Leyen cercherà di sostenere la competitività e la sostenibilità a lungo termine del settore agricolo a partire dal garantire agli agricoltori un reddito equo e sufficiente, ovviando i rischi che concretamente devono affrontare per rispettare i nuovi requisiti ambientali del Green Deal dell’UE.
Nel merito delle politiche giovanili si intende chiedere a tutti i Commissari di organizzare i loro primi “Youth Policy Dialogues’, dialoghi che saranno ripetuti annualmente in modo da assicurare ai giovani di dare la loro voce per contribuire a dare forma al nostro futuro.
Infine per quanto concerne la revisione della politica di allargamento si presenteranno delle revisioni delle politiche pre-allargamento concentrandosi sui settori quali lo stato di diritto, il mercato unico, la sicurezza alimentare, la difesa e la sicurezza, il clima e l’energia e la migrazione.
Von der Leyen e altri leader dell’UE hanno giurato di mettere l’Ucraina e la Moldavia sulla strada dell’adesione all’UE ma altri non sono dell’umore giusto per contemplare i profondi cambiamenti che sarebbero necessari per espandere l’adesione del blocco.
Obiettivi ambiziosi insomma che richiederanno all’UE un duro lavoro di confronto e unità, via che potrà portare l’UE ad un’evoluzione e a un progresso della sua essenza costituiva ma che potrebbe anche rischiarne un’implosione.
Dobbiamo sperare che si possa intraprendere realmente la prima strada.
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