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Huber non vuole i voti di chi la pensa diversamente. Dal social: “Non ti avremmo scelto comunque”. Zanin: “Ignoriamo le offese”

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Un post giudicato dai più inopportuno, pubblicato ieri sul suo profilo social e che ha sollevato diverse reazioni nella cittadinanza e nel mondo politico locale. Parliamo della boutade del segretario provinciale e capogruppo in consiglio comunale del Pd, Alessandro Huber, che proprio nel pomeriggio di ieri (23 agosto) ha pensato bene di esternare pubblicamente la sua ‘richiesta di non voto‘ agli elettori che non la pensano come lui.

Una banalità, diranno in molti. Lo è. In primis perché nessun elettore di centrodestra a Bolzano avrebbe mai pensato di dirigere la sua preferenza di voto verso il Partito Democratico e per questo motivo, risulta superflua e retorica l’esternazione del rappresentante piddino. In secondo luogo perché l’iniziativa utilizza almeno un termine non degno di un sano dialogo democratico.

“Gentaglia”. Così il buon Huber ha chiamato coloro che ‘dipingono Bolzano come l’inferno in terra’, che ‘seminano odio anche contro i migranti e non hanno proposte serie’. Ovvero, senza menzionarlo, l’intero elettorato di centrodestra nel capoluogo.






“No a chi fa politica mentendo e sapendo di mentire”, afferma. “Vergognatevi a parlare male di questa città danneggiando il turismo”, afferma. “A tutta questa gente, direi a questa GENTAGLIA, il voto NON lo chiedo”, ribadisce.

Il problema di Huber, lo ribadiamo noi, è che davvero nessuno dei soggetti ai quali potenzialmente si rivolge la sua invettiva, politici o meno, si sarebbe sognato di darglielo, questo voto. Lo sottolineano anche molti bolzanini che in diversi commenti di risposta polverizzano di fatto la ‘non iniziativa’ del consigliere di centrosinistra. Per mutuare le parole di un utente di facebook, potremmo definire l’infelice uscita “un’autolesionistica grandinata di stupidaggini”.

Una gaffe politica che, come già menzionato altrove, rischia di rivelarsi un reale boomerang date le reazioni che la dichiarazione pubblica ha scatenato. A sostegno di quanto dichiarato si schiera Sandro Repetto (“Bravo Ale”) ma la controinvettiva dei bolzanini investe Huber come uno tsunami. La bellezza di quasi 200 commenti, tutti negativi.

E se fosse Bolzano a non volerti? Questa domanda te la sei fatta?“, tuona un altro utente. E ancora “Sarebbe gentaglia, chi ha un pensiero diverso dal tuo, una visione diversa della città, un desiderio di sicurezza diverso per se stesso e per i propri cari???? GENTAGLIA???? Complimenti, tu e il tuo simbolo sareste i democratici?“, scrive la candidata di Uniti per Laives, Silvia Dalpiaz. “Io faccio parte della gentaglia che non ti vota“, gli ricorda un’altra candidata, questa volta per la coalizione di centrodestra a sostegno di Zanin, Rosanna Oliveri. “Rappresenti appieno il tuo partito… chi non la pensa come voi la definite gentaglia… vergognati“, tuona il candidato bolzanino per CasaPound, Fulvio Cobaldi.

Ad arricchire la già nutrita schiera di ‘protesters’ non sono mancate nemmeno le risposte dell’ulteriore controparte politica. Assieme alla dura reazione dei rappresentati della tartaruga frecciata (Huber (Pd) definisce gentaglia elettori di destra e centrodestra. Dura replica di CasaPound: “Fuori luogo il diktat del buonismo imperante”) arrivano infatti cortesi ma piccate, anche le risposte pubbliche del sindaco di Laives Christian Bianchi (“Se posso…. Alessandro Huber… devo dire che hai veramente sbagliato ogni parola di questo post“) e del candidato sindaco per la coalizione di centrodestra Roberto Zanin, che in un post pubblicato sul suo profilo ufficiale questa mattina, afferma: “Non voglio rispondere ad offese. Siamo una squadra che lavora per costruire e che guarda al futuro. Non una parola che offenda le persone e le convinzioni altrui uscirà dalla bocca di qualcuno della nostra lista. Non reagiremo a volgari provocazioni, se non con il sorriso. Porteremo avanti le nostre idee con forza ma nel rispetto di tutti. Andiamo Oltre, pensiamo a Bolzano“.

Sotto, assieme al post oggetto della polemica, riportiamo alcuni dei commenti visibili sotto il post pubblicato sulla pagina politica (pubblica e quindi visibile a chiunque) di Alessandro Huber.

 

 

 

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