Alto Adige
Höller: «Promuovere una cultura della nonviolenza»
Alla vigilia della Giornata internazionale della nonviolenza, che si celebra domenica 2 ottobre, la Garante Daniela Höller invita a seguire il principio della nonviolenza anche in famiglia: “Sfruttare la propria superiorità fisica di adulti nel rapporto con i figli e le figlie è spesso espressione di impotenza”.
Il 2 ottobre si celebra la Giornata internazionale della nonviolenza e l’anniversario della nascita del padre della nonviolenza, il Mahatma Ghandi: prendendo spunto da questa ricorrenza, la Garante per l’infanzia e l’adolescenza Daniela Höller esorta alla promozione di una cultura della nonviolenza e sottolinea in questo contesto quanto è importante sensibilizzare, attraverso l’educazione, verso una modalità di risoluzione dei conflitti non violenta.
In primo luogo, questa giornata serve a richiamare l’attenzione sull’uso eccessivo della violenza, e in particolare sull’uso delle armi. Tuttavia, il principio della non violenza è molto di più: si tratta infatti anche del modo in cui affrontiamo i conflitti nel nostro ambiente. Si pensi, ad esempio, ai conflitti tra genitori e figli: quando i figli non vogliono rispettare le regole, sono disobbedienti o mettono in atto comportamenti che mettono in difficoltà i genitori, alcuni di essi tendono a ricorrere alla violenza.
Sfruttare la propria superiorità fisica di adulti ricorrendo alla violenza è spesso espressione di impotenza, oltreché un tentativo di ripristinare la propria autorità: così facendo, però, questi genitori dimenticano che la violenza non è mai giustificata.
I bambini hanno diritto a un’educazione non violenta, come sancito anche dall’articolo 19 della Convenzione ONU sui Diritti dell’infanzia, e solo se ricorriamo a un comportamento pacifico e tollerante all’interno delle nostre quattro mura contribuiremo a far sì che il “no” alla violenza di qualsiasi tipo diventi un principio guida per le generazioni future.
Tuttavia, il concetto di nonviolenza non deve essere frainteso; non si tratta, infatti, di non agire affatto e di sopportare tutto: al contrario, è molto importante esprimere i propri sentimenti e le proprie paure, comunicando ciò che per noi non va bene.
Quello che è importante, è che questo avvenga in modo da non ledere fisicamente altre persone. Il grande potere della nonviolenza, soprattutto nel mondo di oggi, può essere visto nella crescente importanza delle azioni di protesta, durante le quali i problemi vengono denunciati apertamente e chiaramente.
Si pensi, ad esempio, alle proteste contro il cambiamento climatico o contro il razzismo: sono solo alcuni esempi di ciò che si può ottenere in termini di cambiamento sociale attraverso la resistenza pacifica. “La nonviolenza è una scelta. Non solo dei principali decisori, ma di ogni singolo individuo”, sottolinea in conclusione la Garante per l’infanzia e l’adolescenza.
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