Laives
Grifone trovato a Laives, i veterinari lo salvano: “Ora lascerà l’Alto Adige perché manca un Centro di Recupero”
Una bella storia di recupero e salvataggio di una splendida e preziosa specie per l’ecosistema. L’equipe di Südtiro Exotic Vets salva la vita a un grifone trovato a Laives ma ora dovrà essere trasferito in Friuli. “La Provincia sta rallentando il progetto di un Centro di Recupero a Bolzano. Così ci rimettono gli animali e il nostro ecosistema”.
Sì, il grifone esiste davvero e si può trovare anche a Laives. Ovviamente non parliamo della figura mitologica simbolo di squadre di calcio come Genoa o Perugia ma del Gyps Fulvus, rapace della famiglia degli avvoltoi. Non comune come un passero, ecco, eppure presente in libertà come racconta questa storia di recupero e cura.
Questa è una vicenda che, ancora una volta, mostra i problemi che sta causando la lentezza degli uffici provinciali nel dare via libera al Centro di Recupero Animali Selvatici. Come al solito dietro alle parole di una campagna elettorale fatta di amore per la natura del nostro territorio contano i fatti. Al momento scarsi.
Trovato a Laives ma dove portarlo?
Domenica, dunque, una signora vede sul tetto di una piccola abitazione a Laives un grifone. Avvistamento decisamente insolito tanto che, per fortuna, chiede un rapido consulto ad un’amica biologa.
A stretto giro di posta, vista la difficoltà a volare del rapace, è scattata l’operazione di recupero. Uno dei primi problemi dell’atavica assenza di un Centro di Recupero Animali Selvatici compare a questo punto del racconto: dove portare l’animale?
Per essere curati queste specie hanno bisogno di due aspetti inscindibili: spazi e competenza. In Alto Adige nessun luogo ha entrambi. Ciò che si avvicina di più, al momento, è la clinica Südtirol Exotic Vets di via dei Vanga a Bolzano dove veterinari esperti possono gestire le prime emergenze ma dove gli spazi non consentono degenze per terapie più lunghe finalizzate alla liberazione. Come invece accadrebbe nella futura struttura di Castel Firmiano.
Una sospetta infezione respiratoria: i veterinari gli hanno salvato la vita
Ecco, dunque, che Igor (in omaggio al personaggio del film Frankestein Junior) viene letteralmente salvato dal team con i veterinari Stefano Capodanno. Giulia Gottardi e Lara Guerra. Tutti supervisionati dal direttore sanitario Vincenzo Mulè. Dottori che masticano selvatici quotidianamente.
“Gli uomini della Forestale – spiega Capodanno – ce lo hanno conferito in clinica. Una volta in struttura abbiamo effettuato tutta una serie di accertamenti in sedazione con prelievi di sangue e radiografia. Non sono operazioni semplici perché il grifone è un volatile piuttosto aggressivo quindi va gestito con una certa attenzione e preparazione”.
A preoccupare, in particolare, sono i polmoni. “Igor non volava molto e presentava una sospetta infezione respiratoria con discreta produzione di muco. È stato subito messo in terapia per questo mentre i campioni di sangue sono stati inviati all’Istituto Zooprofilattico di Bolzano che, in collaborazione con Padova, ci restituirà i risultati su possibili intossicazioni da metalli pesanti. Questi animali hanno un senso dell’olfatto molto sviluppato con sistemi respiratori estremamente delicati”.
Stamattina il trasferimento verso il Friuli
Stabilizzato e curato (di fatto con la vita salvata) ora Igor è stato affidato al centro di recupero specializzato che si trova nella Riserva Naturale del Lago di Cornino in Friuli gestita dal direttore scientifico Fulvio Genero. A fare da trait d’union per lo spostamento il biologo del Muse di Trento Osvaldo Nigra con Alberto Palmarin dell’Ufficio Provinciale Gestione Fauna Selvatica che questa mattina alle 8 ha caricato l’animale su un’automobile per portarla al centro.
Igor, che pesa 7 chili ed è anche piuttosto ingombrante, è stato accomodato in un cartone con svariate aperture per respirare e tutte le attenzioni del caso. Proseguirà in Friuli il suo percorso terapeutico.
Le lentezze della Provincia
“Siamo contenti ma è anche un peccato – commenta il direttore sanitario Vincenzo Mulè – perché questo grifone sarebbe della nostra Provincia essendo stato trovato sul nostro territorio. È una specie spazzina molto preziosa e bella. Se avessimo già avuto il nuovo Centro di Recupero come da progetto avremmo potuto recuperarlo, curarlo e tenerlo sino alla liberazione proprio in Alto Adige.
Purtroppo, però, dopo aver presentato il progetto definitivo agli Uffici Provinciali Beni Architettonici, Beni Archeologici, Tutela dell’Ambiente e Foreste stiamo ancora aspettando l’approvazione. Al momento hanno protocollato la domanda e basta.
Il tutto mentre l’Ufficio Patrimonio del Comune di Bolzano è solo in attesa di un cenno dall’amministrazione provinciale per finalizzare il contratto d’affitto con l’Ufficio Forestale. Una situazione che blocca anche il finanziamento da 300.000 euro per iniziare“. Così, ancora una volta, a pagare le lungaggini burocratiche dell’amministrazione sono gli animali e la ricchezza dell’ecosistema altoatesino. Altro che proclami elettorali.
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