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L’impertinente

Giunta e Sanità altoatesina in apnea: ecco perché Gallo aveva ragione

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Tanto tuonò che piovve.

Non sono i 700mila euro distratti alle reali esigenze della Sanità locale per una dubbia operazione di produzione di scaldacollo da distribuire ai cittadini, a costo di  rischiare una nuova ondata di contagi causa assembramenti nelle tabaccherie.

Non è lo scandalo dei tamponi mancati a chi, accusando sintomi da giorni, ne faceva richiesta. E nemmeno la polemica con i medici di base ‘mandati come soldati al fronte russo senza nemmeno le scarpe’, che ha portato alle dimissioni indignate del segretario provinciale del sindacato Fimmg dei medici di famiglia, Luigi Rubino.

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Non è la percezione di insicurezza degli operatori lasciati a corto di mascherine e presidi a tutela della Salute pubblica contro l’eventuale contagio nelle strutture sanitarie, quando già alla fine di febbraio i reparti di terapia intensiva cominciavano a gremirsi di casi sospetti e poi accertati.

Non è nemmeno il malfunzionamento del numero di emergenza provinciale che per diverso tempo è risultato sempre occupato. Non è la superficialità con la quale si sono lasciati scoperti gli operatori delle case di riposo e gli anziani nel periodo precedente al recupero dei necessari presidi sanitari.

L’emissione di un’ordinanza confusionaria tramite la quale si ‘cacciavano’ tutti i non residenti in Alto Adige, lavoratori compresi, salvo modificarlo dopo il caos suscitato e le numerose proteste? No, non è nemmeno quello.

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Qualche uscita infelice dove in maniera grossolana il governatore Kompatscher scivolava su un’altra buccia di banana lanciando involontariamente il messaggio di possibili riaperture anticipate per le passeggiate famigliari, quella non è mai avvenuta. O almeno noi non ne abbiamo notizia.

Nulla di tutto questo è reale perché, come recita un vecchio mantra pronunciato dagli incauti bevitori il giorno dopo la sbornia “se non lo ricordi, non è mai successo“. E di questi tempi, smemorati di simil fattura si aggirano per i corridoi dirigenziali di varie realtà istituzionali locali. Dipartimenti a libera scelta, se ne incontra sempre qualcuno.

Potremmo continuare a mentire all’infinito. Dire che l’errore dello scorso 30 marzo nella conta dei morti da Covid-19 non è stato grave. Suvvia capita, in mezzo a tutta quella confusione, di dimenticare 32 anziani deceduti in casa di riposo e sottostimare così la cifra reale dei 110 decessi, che si contavano alla fine dello stesso mese in provincia di Bolzano a causa del Coronavirus.

Potremmo anche stendere un velo pietoso sulla svista del cadavere di una povera donna dimenticato per quattro giorni in camera mortuaria senza che i parenti fossero a conoscenza dell’avvenuto trapasso. Un tragico errore, hanno chiesto venia.

“L’Azienda sanitaria si scusa per l’increscioso ritardo nel comunicare ai familiari la notizia del decesso di una paziente di 90 anni. È stata avviata una verifica interna per chiarire quanto accaduto“. Un errore grossolano. ”Na svista‘, per l’appunto. Ma quanti errori.

E dopo le negazioni, potremmo passare ai quesiti esistenziali. Continuando poi a negare persino di esserceli posti, beninteso. Perché noi vogliamo cancellare ogni cosa e non ricordare niente.

Dicevamo? Il quesito: utilizzare una grossa somma di denaro quasi totalmente pubblico per affidare a un parente dell’assessore alla Sanità competente la realizzazione in piena emergenza pandemia di presidi sanitari di trascurabile efficacia da distribuire alla popolazione, costituisce reato? E’ danno erariale? E’ conflitto di interessi? E’ uno spreco di tempo e di soldi sottratti a ben altre emergenze? Sta a noi porre interrogativi, non certo dare risposte. Sul potenziale pasticcio sta indagando la magistratura.

Sicuramente la scelta è di cattivo gusto se in contemporanea il personale del sistema sanitario locale combatte in prima linea in una situazione di tragica apnea, ancora peggiore se i volontari della Croce Rossa sono costretti a chiedere donazioni perché privi dei presidi minimi per affrontare in prima linea e in tutta sicurezza l’emergenza, intollerabile se si pensa che persino gli operatori delle case di riposo, i responsabili del servizio di pulizia e gli stessi ottuagenari ospiti delle strutture si trovano a dover elemosinare mascherine di stoffa fatte a mano da abili sarte volontarie locali che si occupano della loro distribuzione gratuita.

E ancora, i 15mila test rapidi in perenne arrivo per gli operatori sanitari, quando ormai è arrivato a 199 (10 aprile) il numero dei contagi interni al personale tra medici, infermieri e assistenti nelle case di riposo, sono sicuri? Oppure si tratta dell’ennesimo palliativo per mettere mano a una situazione già degenerata?

TANTO TUONO’ CHE PIOVVE

La tradizione attribuisce la frase a Socrate. Si racconta infatti che un giorno questi stesse dialogando con un suo allievo nel cortile di casa. Santippe, moglie del filosofo, appena arrivata iniziò a inveire contro di lui, poi si affacciò alla finestra e gli gettò una brocca d’acqua sulla testa. Socrate, allora, imperturbabile, pronunciò la famosa frase che oggi viene utilizzata per alludere al verificarsi di un evento atteso da molto tempo.

Tanto tuonò che piovve, abbiamo scritto in apertura. Chi tuonò, noi lo conosciamo bene. Parliamo di quel dottor Gallo che dal 2016, da esperto di Sanità, ha cominciato ad occuparsi della questione Alto Adige e delle sue ‘bizzarrie’ giuridiche.

Anomalie fatte di una pericolosa quanto arrogante tendenza a farsi le leggi da sé in un campo nel quale non vi è attribuzione di competenza alcuna alla Provincia di Bolzano e che il nostro quotidiano, dalla sua nascita, ha seguito con innumerevoli inchieste tramite la sua rubrica “Angolo di Bellerofonte” guidata da Fabrizio Pollinzi.

Non solo gaffe dunque, ma una serie variegata di iniziative o azioni fallimentari, quando non fuori luogo o non permesse dalle normative vigenti, che oggi si palesano alla comunità dimostrando di volta in volta la veridicità di quanto affermato nel tempo dal dottore di Padova.

Interpellato dalla redazione, Costantino Gallo non ha voluto spendere alcuna parola a commento del triste epilogo, a lungo preconizzato, di quanto si sta palesando oggi davanti agli occhi di tutti, sostenendo laconicamente che “i fatti si commentano da soli“.

Ma noi lo abbiamo sentito, Gallo, ricordare poche semplici cose, e il mormorio che si è fatto certezza su quanto fossero vere quelle dichiarazioni. Gli attacchi vili si sprecavano “mentre politicanti locali andavano a nascondersi sotto la gonna della vecchia politica romana targata PD. Quel PD o meglio quel SVPD che condendo le ipotesi di illecito di colore etnico portava titolo e insulti sui giornali e tra la popolazione, insulti rivolti a me ovviamente.

Ora è arrivato il Covid19 che come le piaghe bibliche per l’Egitto dei faraoni, sta sterminando i primogeniti di un sistemaa locale fatto di bugie e omertà“.

Ci torna alla mente, ancora con il sorriso, l’inutile cicaleccio, più inutile degli scaldacollo in piena emergenza, di stampa e venditori di fumo locali : “Gallo il Provocatore” “‘l’ha fatto per la separazione”, “Gallo scaricato dai 5Stelle”, “Gallo Aus” e sciocchezze varie intorno all’ormai celebre hashtag #vaccaland.

Giunta e Sanità altoatesina ora sono in apnea e sembra quasi inutile prolungarci in questa sede a spiegare ogni singola motivazione per cui  il direttore dell’UOSD Progetti e Ricerca clinica dell’Azienda ospedaliera Università di Padova aveva ragione.

L’ORA DELLE AMMISSIONI (E DELLE DIMISSIONI)

Mutuando le sagge parole del noto avvocato bolzanino e membro della Commissione dei 6 e dei 12, Luca Crisafulli, possiamo a ragione affermare che non soffriamo affatto di amnesie ma che al contrario, possediamo la memoria dell’elefante.

Avete varato un provvedimento che cacciava tutti i non residenti, lavoratori compresi, salvo modificarlo dopo il caos suscitato e le numerose proteste.

Avete speso fior di quattrini per scaldacollo dozzinali privi di efficacia protettiva, lasciando persone ammalate da settimane senza un tampone. Avete commesso un grave errore nella conta dei morti, dei nostri morti”. 

E ancora avete rischiato di mandare messaggi sbagliati sulla ‘libera uscita’ per le famiglie. Avete varato un pacchetto di misure da 4 miliardi dove gli aiuti diretti sono la minor parte e si parla di prestiti e indebitamento per famiglie ed imprese.

Infine, avete ordinato mascherine cinesi inidonee per il personale sanitario e ne avete presumibilmente taciuto la non conformità nel momento della distribuzione perché ‘avere qualcosa, è sempre meglio che avere nulla’.

Avete perso credibilità e difeso le vostre scelte, guidati dal principio arrogante del ‘ciò che facciamo è sempre lecito anche contro la normativa nazionale. Se Roma non è d’accordo impugnerà‘.

Adesso dimostrate di essere diversi dai “politici italiani”: rassegnate immediatamente le vostre dimissioni. Suvvia, a tutto c’è un limite.

 

Per approfondimenti e riferimenti utili, vi invitiamo a consultare e leggere i seguenti articoli correlati:

Costantino Gallo

Sanità, l’Impero altoatesino scricchiola. Parla Costantino Gallo 

Sanità, la resa dei conti e la vicenda Gallo: come si smaschera la macchina dell’intimidazione 

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Angolo di Bellerofonte 

Rubrica “Angolo di Bellerofonte” 

Cronaca

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Verhüllte Wahrheiten (da Salto.bz)

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