Alto Adige
Giallo Neumair: ascoltata in Procura l’amica di Benno. Si indaga sull’ipotesi di favoreggiamento. L’avvocato Fava: “Solo un atto dovuto”
Nuovo colpo di scena sul giallo che da settimane sta tenendo con il fiato sospeso la città di Bolzano, ovvero quello della misteriosa scomparsa dei coniugi Peter Neumair e Laura Perselli. La Procura del capoluogo punta ora l’attenzione sul ruolo dell’amica/fidanzata di Benno Neumair nell’intricata vicenda che vede il figlio della coppia indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere.
La donna risulta infatti anch’essa iscritta nel registro degli indagati con l’ipotesi di accusa di favoreggiamento. Un atto che però dovrebbe essere archiviato rapidamente in quanto, almeno al momento, meramente formale. Come fa presente anche il suo legale, l’avvocato bolzanino Federico Fava, si tratta di un “atto dovuto”. “Il procedimento – ha detto Fava all’ANSA – a brevissimo sarà archiviato. La ragazza, molto spaventata dagli eventi, ha collaborato in maniera piena e spontanea con i magistrati”.
Martina, questo il suo nome, è una commessa di origini argentine residente a Ora e impiegata in un negozio in centro a Bolzano. L’inizio della sua frequentazione con il 30enne risale a non più di un mese fa. La ragazza ha risposto a tutte le domande dei magistrati raccontando per filo e per segno quanto successo quella notte.
Nelle ultime ore e su consiglio legale, si è recata in Procura accompagnata dal suo avvocato. Agli inquirenti avrebbe riferito di avere messo in lavatrice i vestiti di Benno, su richiesta dello stesso, la mattina successiva alla scomparsa della coppia.
E’ infatti a casa sua che il figlio di Laura e Peter ha passato la notte tra il 4 e il 5 gennaio e sempre quella sera le avrebbe chiesto il favore di lavare ciò che aveva portato con sé, ovvero un paio di jeans, calzini, tre magliette e una felpa.
La 40enne afferma di non avere notato alcuna traccia di sangue sugli indumenti, consegnati agli investigatori già nella giornata di venerdì e che a breve passeranno sotto la lente di ingrandimento dei Ris, come riportano i quotidiani locali Alto Adige e Corriere dell’Alto Adige.
Non si sarebbe trattato in ogni caso di una ‘improvvisata’ quella del giovane il quale, secondo quanto da lei stessa affermato, aveva annunciato la sua visita già dalla mattina. “Arrivo entro un’ora” avrebbe scritto alle 20.07. Cosa che poi non si è verificata perché Benno si sarebbe presentato solo tra le 22.15 e le 22.20, con ben 60 minuti di ritardo.
Elemento sospetto – riferisce sempre la fidanzata argentina – è che Benno sia arrivato a casa sua con la macchina del padre. Infatti era risaputo che i genitori erano molto restii a prestare l’auto al figlio.
Cosa è successo davvero allora dalle 18.46, ora in cui il cellulare di Laura Perselli ha registrato per l’ultima volta il collegamento a Whatsapp, e le 22 del 4 gennaio? Il suo telefonino e quello del marito si spegneranno per sempre alle 21 mentre quello del figlio rimarrà non raggiungibile per 40 lunghi minuti (sempre alle 21 il suo smartphone aggancia in ultimo la cella radio nella zona di Ponte Roma).
Un buco temporale durante il quale dice di essersi fermato per una pausa di musica e relax al laghetto dell’associazione pescatori Oltrisarco. Proprio in prossimità del ponte sull’Adige dove sono state ritrovate le tracce di sangue compatibili, su conferma dei carabinieri di Parma, con il profilo genetico del padre.
Ad oggi, con la comparsa di nuovi elementi, le domande su un probabile movente e sulla dinamica che avrebbe condotto ad un eventuale assassinio si fanno ancora più intricate. Benno rimane infatti l’unico indagato per la sparizione dei genitori.
Nel frattempo non si fermano le ricerche lungo il corso del fiume Adige. Le ispezioni in territorio trentino effettuate ieri (23 gennaio) fino alla diga di Mori non hanno dato alcun risultato ma proseguiranno anche nella giornata di oggi.
Le operazioni di recupero si preannunciano davvero complesse e se realmente i corpi senza vita dei due coniugi fossero stati gettati nelle acque, potrebbero essere rimasti incagliati in molti punti della tratta lunga ben 90 chilometri che separa il capoluogo dalla bassa Vallagarina. Secondo gli uomini del soccorso infatti, per il loro ritrovamento a questo punto potrebbero volerci diverse settimane.
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