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Italia ed estero

Gas, il price cap a 275 euro divide l’Europa: 15 Paesi chiedono misure più stringenti

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Da parte di tutti i pasi c’è la volontà di raggiungere l’obiettivo di un accordo, che deve essere su un provvedimento che abbia dei criteri da renderlo efficacie“. Con queste parole il ministro per l’ambiente Picchetto Fratin descrive il risultato del Consiglio sull’energia a Bruxelles. Anche se la riunione non ha portato a nessun risultato concreto sul tetto al prezzo del gas, rimane la volontà politica di lavorare affinché questa decisione possa essere presa nel prossimo consiglio straordinario, il 13 dicembre.

Insomma, l’Europa è spaccata sul testo presentato dalla Commissione che proponeva un price cap a 275 euro al megawattora da far scattare solo in presenza di due condizioni: il superamento del limite per due settimane e un differenziale di 58 euro rispetto al prezzo di riferimento del gas naturale liquefatto per 10 giorni.

Condizioni queste, giudicate da molti insufficienti e difficilmente applicabili. Per questo, 15 Paesi, Italia compresa si sono opposti, sostenendo la ricerca di nuovi e più realistici criteri di applicazione.






La volontà politica di arrivare ad una soluzione c’è, anche la Germania da sempre scettica sulla scelta, si è detta fiduciosa al raggiungimento di un accordo sul price cap.

E’ chiaro infatti, per tutti i Paesi che senza un accordo sul tetto al prezzo del gas, non si potrà dare il via libera ai provvedimenti sulla solidarietà tra gli Stati e l’accelerazione delle rinnovabili.

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