Sport
Gardener e Pircher trionfano alla Dolomites Saslong
Fino a qualche giorno fa gli organizzatori della Dolomites Saslong Half Marathon erano molto preoccupati.
La tanta neve sull’affascinante tracciato che abbraccia il Sassolungo ed il Sasso Piatto aveva reso impraticabile tutta la parte alta.
Poi il “miracolo” dei volontari che, a forza di braccia, hanno scavato dei passaggi nei cumuli più alti, e il sole delle ultime ore ha fatto il resto, così la gara di trail running della Val Gardena si è annunciata più bella che mai, con la distanza arricchita di 1500 metri rispetto al passato.
E dunque il fiemmese, fondista di professione, Stefano Gardener oggi si è trovato decisamente a proprio agio tanto da scappar via fin dalla prima salita, senza mai essere impensierito dai rivali.
Ha vinto col tempo di 1h41’32” mettendosi dietro Georg Piazza e Daniele Felicetti.
Veloci anche le donne, con l’altoatesina Petra Pircher a completare un bel bis dopo il successo 2018 nell’edizione inaugurale. Nulla da fare per la triestina Nicol Guidolin e per la modenese Manuela Marcolini, finite alle sue spalle.
Il piatto forte di questo trail running proposto dalla ASV Gherdeina Runners è senza dubbio il tracciato, che regala viste e scorci unici con le Dolomiti a dominare metro dopo metro, ma in particolare l’imponente Sassolungo, ammirato e sfidato da tutti i versanti.
Numero chiuso a 600 concorrenti per volere del comitato organizzatore, e una lunga lista d’attesa dei ritardatari, anche Stefano Gardener è uno degli ultimi iscritti, “scappato” da uno dei tanti ritiri estivi in caserma (Gruppo Sportivo Carabinieri) dei fondisti azzurri.
Una “sgambata”, dice lui, per defaticare le gambe, in compenso la grande fatica l’hanno fatta i suoi rivali per cercare, inutilmente, di tenere un passo elevatissimo.
Dopo la partenza da Monte Pana-Santa Cristina, al primo scollinamento al rifugio Comici Gardener poteva già vantare un minutino su un quartetto ad elastico composto da Piazza, Mair, Felicetti e Rungger.
Gardener in discesa ha replicato la sua azione ed ha allungato maggiormente, anche se a Passo Sella si girava spesso per verificare il distacco degli inseguitori, aumentato ancora.
Nel lungo ed interminabile single track fino al rifugio Pertini, tra ali di pubblico, Gardener sembra volare, dietro i tre inseguitori diventano collaborativi, insistono, ma il fiemmese sembra avere due missili al posto delle scarpette.
Impagabile il passaggio tra le lingue di neve, nelle “trincee” scavate dai volontari mentre la vista si staglia sulle cime del Gruppo del Sella, Sassolungo, Marmolada, Sciliar e Odle patrimonio Unesco, ma ogni metro di gara è uno scatto fotografico da custodire nella mente.
Quando Gardener ha scollinato al rifugio Sassopiatto il suo vantaggio di oltre 2 minuti sembrava poter rimanere ormai in cassaforte, e così è stato.
Piazza ha fatto del proprio meglio, ma Gardener era davvero irraggiungibile.
Bello l’ultimo tratto, modificato rispetto alla prima edizione, col passaggio all’interno del centro fondo e con i trampolini del salto a fare da… giudici.
Alle 10.41 Gardener ha avuto la certezza che la seconda casella dell’albo d’oro era sua, una grande soddisfazione perché il livello del gruppo di testa era decisamente alto.
Alla fine il divario tra lui e Piazza si è bloccato su 2’49”, mentre Felicetti nel finale ha badato solo a controllare finendo terzo ad oltre 4′, visto che Rungger e Mair erano in ulteriore ritardo ed hanno chiuso ad oltre 7′ dal vincitore.
Nel frattempo anche Petra Pircher faceva gara a sé. La venostana è partita in testa ed è finita in testa.
Per la verità nel finale si è fatta sotto la triestina, arrivata in sordina dalla mtb, Nicol Guidolin, la quale pur col rush finale ha chiuso a 1’31” dalla Pircher, reginetta della Dolomites Saslong Half Marathon.
Poca pressione anche per la Guidolin, con la terza ormai lontana ad oltre 7′, in ogni caso la modenese Manuela Marcolini è balzata sul podio col bronzo al collo. Interminabile la serie degli arrivi dei tantissimi appassionati che hanno vivacizzato questa seconda edizione.
Poi tutti a tavola, ma non al solito pasta party, bensì gustando un bel primo “gourmet” cucinato dagli chef dell’Hotel Cendevaves.
Soddisfatta Manuela Perathoner, presidente del comitato organizzatore, ben determinata a mantenere alto il livello della manifestazione, quindi non grandi numeri – ecco il perché del numero chiuso a 600 partecipanti – ma altissima qualità.
Le 17 nazioni rappresentate al via sono una conferma della bontà di questo evento, che annuncia un grande futuro.
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