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Alto Adige

Gaffe sulla razza, la Asl si scusa ma il coordinatore Doecker attacca: “Una questione che non esiste”

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Su questionari è frequente la voce razza intesa come razza in antropologia. In tale ottica noi apparteniamo alla razza caucasoide. Purtroppo AA, politici di mezza tacca ed ignorantoni vari ne hanno fatto una questione che non esiste“.

Queste le parole testualmente riprese da un post pubblicato ieri (28 gennaio) su Facebook dal coordinatore del Comprensorio sanitario di Bolzano Roland Doecker.

Come su una sorta di doppio binario della comunicazione, alle scuse della Asl altoatesina per il tragico errore di traduzione di un questionario scolastico in cui compare l’imbarazzante quesito relativo al termine “razza“, uno dei coordinatori dei suoi cinque comprensori sanitari esordisce con una dichiarazione quantomeno dubbia lanciata presumibilmente all’indirizzo di stampa e politica locali.

L’Azienda sanitaria recita il mea culpa per l’inconveniente, replicando con un comunicato alle accuse mosse dall’opinione pubblica. Ma come nel più incredibile dei paradossi, per un’azione azzeccata da parte della stessa Asl le contraddizioni interne alla sfortunata struttura sanitaria locale rischiano di danneggiarne ancora una volta l’immagine.

L’opinione pubblica ha fatto notare all’Azienda sanitaria dell’Alto Adige che su un questionario della Neuropsichiatria infantile e dell’età evolutiva compare anche una domanda sulla “razza”. Questo termine è stato utilizzato per un errore di traduzione dal testo originale del questionario che è in lingua inglese e che è stato standardizzato a livello mondiale. Il modulo verrà rivisto a brevissimo“, recita la nota.

Il questionario riguarda la “Child Behavior Checklist” (CBCL) riconosciuta a livello internazionale ed è uno degli strumenti di valutazione nel processo diagnostico per i piccoli pazienti con disagio neuropsichiatrico.

Un documento che i responsabili dell’Azienda sanitaria confermano essere “uno strumento validato e raccomandato dalle varie comunità scientifiche della Neuropsichiatria infantile e dell’età evolutiva, compresa la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza – SINPIA”.

La “Child Behavior Checklist” fa parte del sistema di questionari sviluppati dall’ASEBA-Institute (Achenbach System of Empirically Based Assessment) di Burlington, USA.

Poiché tali questionari sono tradotti in più di 60 lingue, è possibile effettuare dei confronti interculturali. Le domande sull’origine e sul background culturale dei giovani pazienti sono quindi essenziali, non solo per il trattamento individuale, ma anche per la comparabilità scientifica a livello mondiale“, si sottolinea.

Tuttavia, secondo il Direttore generale Florian Zerzer, il termine inglese “race” non avrebbe mai dovuto essere tradotto con la parola “razza”.

In Europa questo termine è inteso e percepito diversamente rispetto a quanto accade negli Stati Uniti, per esempio. A nome dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige mi scuso per il fatto che tale termine sia stato utilizzato in questo contesto“.

Afferma Zerzer “come tutti sappiamo, gli errori si possono purtroppo verificare anche in fase di progettazione. L’errore di traduzione verrà corretto il prima possibile“.

Ipse dixit. Ma l’evidente contraddizione con quanto affermato dal coordinatore sanitario del Comprensorio di Bolzano solleverebbe ora una questione di coerenza.

Io non vedo il contrasto con quanto dichiarato dal direttore generale. Ritengo che la definizione di razza, anche non reputando ammissibile il suo report in un documento ufficiale come un questionario sanitario, derivi in questo senso da un concetto più ampio che è strettamente antropologico .

Semmai, la mia dichiarazione risulterebbe rafforzativa di un principio già espresso dall’Azienda sanitaria. In qualità di privato cittadino e non nel ruolo istituzionale di coordinatore sanitario ho espresso un parere che secondo me non è contraddittorio a quanto già affermato“, tiene a precisare Doecker, raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione.

Se però secondo lo stesso Dg Florian Zerzer, il termine inglese “race” non avrebbe mai dovuto essere tradotto con la parola “razza”, resta la curiosità sul riferimento personale di Doecker ai diversi “AA, politici di mezza tacca ed ignorantoni vari  che ne hanno fatto una questione che non esiste”.

 

 

 

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