Politica
Formazione, M5S: “Disparità tra insegnanti della scuola italiana, tedesca e ladina”
Il caso:
Visto lo specifico contesto linguistico e culturale altoatesino la Provincia di Bolzano è autorizzata a disciplinare la formazione degli insegnanti delle scuole di tutti e tre i gruppi linguistici stabilendo autonomamente – d’intesa con la Libera Università di Bolzano e il Conservatorio musicale – modalità di accesso, durata e struttura dei percorsi abilitanti e specializzanti, ferma restando la validità su tutto il territorio nazionale delle abilitazioni e le specializzazioni così conseguite.
Con Deliberazione 89/2019, la Giunta Provinciale ha voluto sfruttare le possibilità offerte dalla norma, per cercare di porre rimedio al problema dei docenti precari in Alto Adige e ha attivato una sanatoria attraverso dei corsi di formazione in regime di downgrade rispetto alle procedure selettive previste dalla normativa nazionale, per il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento di tutti gli insegnanti precari della scuola media e superiore in lingua tedesca e ladina che possano vantare almeno 3 anni di servizio a tempo determinato e per la cui materia, negli ultimi 5 anni, non sia stato attivato alcun percorso abilitante.
Al contempo, però, non istituendo anche per i docenti precari di lingua italiana analoghi percorsi, la Giunta ha creato loro forti disagi. Nei prossimi giorni, infatti, per la scuola italiana saranno banditi dei concorsi secondo la procedura nazionale, molto più svantaggiosa. Attraverso tale procedura si mira a stabilizzare poche unità di insegnanti di solo qualche materia, malgrado da ben più di un lustro non siano stati attivati percorsi di abilitazione per la scuola italiana.
Così commentava Nicolini: “Si correrebbe il rischio che gran parte dei docenti precari della scuola italiana, vista la difficoltà a uscire dalla condizione di precariato, decida di abbandonare la provincia a discapito di scuola e studenti. Forse è questo che vuole la SVP e che la Lega non è in grado di contrastare? ”.
Gli unici insegnanti di madrelingua italiana ammessi a frequentare questi corsi sono quelli di italiano lingua seconda nella scuola tedesca ma, inspiegabilmente, a differenza dei colleghi di madrelingua tedesca, dovranno prima conseguire 24 crediti formativi universitari che implicano costi di tempo e di denaro.
Gli insegnanti si chiedono “Dove sono finiti i principi di uguaglianza tra i gruppi linguistici?” e Nicolini “Rivolgo un appello urgente all’Assessore Vettorato perché ponga rimedio immediato a questa situazione vergognosa, la programmazione per il prossimo anno scolastico non attende”.
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