Economia e Finanza
Fondo garanzia PMI: no a operazioni di grande importo e alto rischio
CNA Trentino Alto Adige condivide le preoccupazione espressa da CNA nazionale, unitamente a Rete Imprese Italia, sul fatto che tornano a circolare voci di un imminente intervento – nell’ambito del cosiddetto “pacchetto crescita” all’esame del Governo – sul Fondo Centrale di Garanzia che estenderebbero l’accesso allo strumento anche a operazioni di grande importo e alto rischio, innalzando la soglia massima garantita per singola impresa da 2,5 a 4 milioni di euro e aprendo alle cosiddette mid cap (imprese con un numero di dipendenti compreso tra 250 e 499).
“Ribadiamo le grandi preoccupazioni – afferma Claudio Corrarati, presidente di CNA Trentino Alto Adige – rispetto ad una iniziativa che snaturerebbe la funzione del Fondo pubblico di garanzia, istituito con la finalità di sostenere le micro, piccole e medie imprese con difficoltà di accesso al credito. Uno strumento che, attraverso le controgaranzie sui prestiti alle PMI, consente alle cooperative di garanzia territoriali del Trentino Alto Adige di svolgere al meglio la loro funzione e di rafforzare le piccole e micro imprese come clienti appetibili nei confronti delle banche”.
“Siamo ancora in presenza di una dinamica dei prestiti alle imprese – prosegue Corrarati – che anche nella nostra regione continua ad evidenziare un forte discrimine: l’accesso al credito per le richieste di finanziamenti di piccolo importo rimane complesso.
La Banca d’Italia ha certificato che soltanto per le aziende di media e grande dimensione i prestiti hanno ripreso a crescere in quasi tutti i settori di attività. Invece, le imprese di minore dimensione incontrano sempre maggiori difficoltà nell’accesso ai finanziamenti bancari, indipendentemente dalla loro effettiva rischiosità e dall’equilibrio dei loro bilanci”.
CNA Trentino Alto Adige esprime contrarietà ad una modifica non coerente delle condizioni di accesso al fondo che, oltre a non garantire un utilizzo efficace ed efficiente delle risorse pubbliche, avrebbe l’effetto di concentrare l’utilizzo del Fondo, e il rischio finanziario collegato, su operazioni di grande importo per imprese di dimensioni tali, peraltro, da avere accesso diretto al mercato del credito.
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