Economia e Finanza
Fisco, approvata la nuova riforma, “Meloni: Con riforma, fisco più giusto ed equo”
La Camera ha dato ufficialmente il via libera al disegno di legge di delega al governo per la riforma fiscale. Il testo è stato approvato in via definitiva, dopo le modifiche effettuate dal Senato, diventando così legge. I voti favorevoli sono stati 184, quelli contrari 85. Il primo commento della premier Meloni: “Con riforma, fisco più giusto ed equo”.
Entrando nel dettaglio, il testo del ddl fissa i principi generali intorno ai quali si muoverà la riforma, anche se ora il governo avrà 2 anni di tempo per realizzare, attraverso i decreti attuativi la riforma vera e propria.
Si parte con Irpef e lavoratori dipendenti. La delega approvata tocca tutti i tributi, diretti e indiretti, degli enti territoriali, doganali e sui giochi.
Tra le novità più importanti, l’Irpef, per la quale si prevede la revisione di aliquote e scaglioni con la prospettiva dell’aliquota unica (flat tax). Questo sarà un obiettivo graduale di legislatura come, precisato dal viceministro all’economia Maurizio Leo: “Le famose quattro aliquote rendono la vita difficile ai contribuenti, vogliamo addolcire la curva iniziando da tre aliquote per arrivare gradualmente verso la flat tax, senza abbandonare la logica della progressività che si può ottenere anche attraverso il meccanismo delle deduzioni e delle detrazioni“. Per i lavoratori dipendenti salta quindi l’idea iniziale di una flat tax incrementale: al suo posto verrà introdotta una tassazione agevolata su straordinari, premi di produttività e tredicesima.
Per quanto riguarda l’Iva, viene prevista la revisione della disciplina per renderla più connessa alla normativa Ue. Tra le possibilità anche Iva zero per alcuni prodotti di prima necessità. Per l’Ires invece, insieme all’aliquota ordinaria (24%), si prevedono due regimi di vantaggio complementari: il primo la riduce alle imprese che impiegano risorse in investimenti, nuove assunzioni o partecipazione dei dipendenti agli utili. Al contrario, le aziende che non beneficiano della riduzione possono fruire di eventuali incentivi fiscali in forma di superammortamento.
E poi, via le sanzioni penali tributarie, in particolare quelle connesse alla dichiarazione infedele, per i contribuenti aderenti all’adempimento collaborativo che hanno avuto “comportamenti collaborativi e comunicato preventivamente” i rischi fiscali.
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