Società
Festa dei patroni diocesani: vescovo Muser per l’Europa e contro “nazionalismi e populismi”
Con la tradizionale processione cittadina, la Diocesi ha celebrato ieri (5 maggio) a Bressanone la festa dei santi patroni diocesani Cassiano e Vigilio. Nella sua omelia il vescovo Ivo Muser ha invitato a difendere il sentimento del noi che portò alla creazione della casa comune europea e che oggi è messo a rischio da nazionalismi e populismi.
La festa dei patroni diocesani san Cassiano e san Vigilio, che si celebra a Bressanone da oltre 300 anni, è iniziata con l’ingresso in duomo dei fedeli, accorsi da tutto il decanato per il pontificale solenne presieduto dal vescovo Ivo Muser. La processione di San Cassiano, con le sante reliquie portate lungo le strade della città, si è snodata subito dopo la celebrazione, per concludersi in piazza Duomo con la benedizione finale.
Con le elezioni europee alle porte, il vescovo ha osservato che la comunità europea è a un bivio: “Prevarrà l’egoismo nazionale o potremo trovare una collaborazione solidale oltre i confini e le differenze, basata su valori che uniscono e vincolano“?
Muser ha poi ricordato che “l’Unione europea è stata fondata, dopo le drammatiche esperienze delle dittature e della Seconda guerra mondiale, proprio anche come comunità di valori cristiani e umanistici“, ma oggi quello spirito europeo perde forza: “Il sentimento del noi torna a vacillare – ha ammonito il vescovo – e si frantuma in tanti noi sempre più piccoli. Nella casa Europa, gli abitanti si stanno sempre più ritirando dentro le loro quattro mura. Toni nazionalistici, xenofobi, populisti e discriminanti sono diventati nuovamente presentabili“.
Lo spirito di questo isolamento, ha aggiunto il presule, “appare non di rado sotto le insegne cristiane, ad esempio per salvare il cosiddetto Occidente cristiano. Ma il pensiero audace dei primi cristiani era un altro“, ha precisato Muser.
E ha fatto l‘esempio dell’apostolo Paolo, che portò il Cristianesimo in Europa e che disse: non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. “Questa è l‘identità cristiana – ha ricordato il vescovo – un’identità che conosce le proprie radici, le cura, le difende e le vive, in un dialogo aperto e costruttivo con le identità di altri. Sta a noi decidere se anche oggi vogliamo diventare, essere e restare cristiani“ Secondo Muser è questa la responsabilità dei cristiani: “E non dobbiamo lasciarci distogliere da questo impegno, non dobbiamo creare e alimentare paure rispetto alle diversità“.
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