Oltradige e Bassa Atesina
Egna, la “truffa del finto maresciallo” colpisce ancora: tre donne nel mirino
Un nuovo stratagemma fraudolento, che si inserisce nel già noto fenomeno delle truffe telefoniche, ha recentemente preso di mira tre donne residenti a Egna, in Alto Adige. Le vittime, nate rispettivamente nel 1940, 1943 e 1959, sono state contattate da un uomo che si è spacciato per il “Maresciallo Ugo Rossi” dei Carabinieri di Bolzano. Con tono autorevole e un pretesto apparentemente urgente, il truffatore ha tentato di convincerle a fornire informazioni sensibili e, successivamente, a organizzare un incontro per consegnare denaro. L’obiettivo era mascherare l’inganno come parte di un’operazione ufficiale delle forze dell’ordine.
L’inedito modus operandi del raggiro ha previsto un ulteriore elemento di sofisticazione: il truffatore ha invitato le vittime a verificare la sua identità componendo il numero d’emergenza 112. Tuttavia, sfruttando una tecnica ormai nota, l’uomo non ha mai chiuso la linea telefonica, mantenendo la comunicazione aperta. Così, quando le donne hanno provato a chiamare il 112, in realtà sono rimaste in contatto con lo stesso truffatore, che ha confermato la sua falsa identità e legittimato la richiesta fraudolenta.
Fortunatamente, le tre donne hanno riconosciuto l’inganno e si sono rifiutate di fornire informazioni personali o denaro. Mostrando grande prontezza e lucidità, hanno sporto denuncia presso la Stazione dei Carabinieri di Egna. Ora, i militari dell’Aliquota Operativa stanno conducendo un’indagine per identificare il responsabile e prevenire ulteriori casi simili.
Il Capitano Federico Seracini, Comandante della Compagnia Carabinieri di Egna, ha sottolineato come questa variante della truffa sia nuova nel contesto altoatesino. Lo schema prevede che il truffatore contatti la vittima, generalmente una persona anziana, con un pretesto urgente, spesso legato a emergenze familiari o a situazioni di pericolo. La particolarità di questi episodi risiede proprio nella richiesta di verificare la chiamata al 112, una strategia che sfrutta la buona fede delle vittime e la loro fiducia nelle istituzioni.
I Carabinieri, preoccupati per la diffusione di simili truffe, raccomandano alla cittadinanza di prestare la massima attenzione. In caso di ricezione di chiamate sospette, è fondamentale non fornire informazioni personali né accettare richieste di denaro. Inoltre, si consiglia di utilizzare un telefono cellulare per eventuali verifiche o di assicurarsi che la linea fissa sia stata effettivamente chiusa prima di comporre un numero. Le autorità invitano in particolare le persone anziane, spesso obiettivo principale dei truffatori, a contattare immediatamente le forze dell’ordine per segnalare qualsiasi dubbio o sospetto.
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