Italia ed estero
Dove troveremo la farina di grillo? La lista di alimenti è più lunga di quello che ci si potrebbe aspettare

L’argomento fa discutere, e non poco. Gli italiani, soprattutto quelli affezionati alla “cucina mediterranea” (e come dargli torto?), sono scandalizzati dalle regole “dettate” dall’UE.
Dal 24 gennaio infatti il via libera di Bruxelles alla commercializzazione in Europa di alimenti composti anche da farina parzialmente sgrassata di grillo domestico, nome scientifico “Acheta domesticus“, appartenente alla famiglia Gryllidae.
Ma quali sono gli alimenti che conterranno questa “novità“? La lista è più lunga di quanto si possa immaginare, quindi occhio alla spesa e alle etichette sui prodotti che abbiamo sempre consumato con una certa tranquillità.
Sono inclusi infatti il pane, i panini multicereali, i cracker, i grissini, le barrette ai cereali, le premiscele secche per prodotti da forno, i biscotti e i prodotti secchi a base di pasta farcita e non farcita.
E ancora, le salse, i prodotti trasformati a base di patate, i piatti a base di leguminose e di verdure, la pizza, i prodotti a base di pasta, il siero di latte in polvere, i prodotti sostitutivi della carne, le minestre e le minestre concentrate o in polvere, gli snack a base di farina di granturco
Non si risparmiano nemmeno le bevande: tipo birra, i prodotti a base di cioccolato, la frutta a guscio e i semi oleosi, gli snack diversi dalle patatine e i preparati base di carne, destinati alla popolazione in generale.
Ma non preoccupiamoci più di tanto, non saranno prodotti totalmente con la farina di grillo, per ogni diverso prodotto è stata stabilita una quantità massima di grammi consentita. Ad esempio, per ogni 100 g di pane, panini multicereali, cracker e grissini, il livello di polvere di Acheta domesticus ammissibile è di 2 g.
Per le barrette ai cereali e per le premiscele e per prodotti da forno secche, invece si sale a 3 g. Per i biscotti a 1,5 g e per le salse a 1 g.
Le varie fasi prevedono “un periodo di digiuno di 24 ore degli insetti per consentire lo svuotamento intestinale, quindi nel contenuto non sono ammessi gli “escrementi” di questi insetti, tanto per metterla sull’ironia, “l’uccisione degli insetti mediante congelamento, il lavaggio, il trattamento termico, l’essiccazione, l’estrazione dell’olio (estrusione meccanica) e la macinazione.”
Insomma, dovremmo dimenticare, a quanto pare, la scena iconica di Alberto Sordi che mangia un piatto di spaghetti, tratta dal film “Un americano a Roma” e alla celeberrima frase “Mi hai provocato e io ti distruggo, adesso maccherone, io me te magno”.
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