Alto Adige
Ddl grandi concessioni idriche: valore aggiunto per il territorio
Secondo l’articolo 13 dello Statuto di Autonomia, le Province autonome disciplinano con legge provinciale le modalità e le procedure per il rilascio delle concessioni di grandi derivazioni d’acqua per la produzione di energia elettrica.
“Il fatto che la Provincia possa elaborare questa legge e assegnare le concessioni per le grandi derivazioni non è una cosa scontata, ma una conquista dell’Autonomia“, ha sottolineato il presidente altoatesino Arno Kompatscher. Insieme all’assessore provinciale all’Ambiente e all’energia, Giuliano Vettorato, e a Flavio Ruffini, direttore dell’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima, Kompatscher ha illustrato, in dettaglio, il disegno di legge provinciale “Disciplina dell’assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni da corpi idrici a scopo idroelettrico“, approvato dalla Giunta nella sua ultima seduta.
L’autonomia energetica è già in atto
“Attualmente gran parte delle grandi centrali elettriche è gestita dal settore pubblico e il valore aggiunto, nell’ordine di milioni di euro l’anno, rimane sul territorio, destinato ai Comuni e ai cittadini“, ha esordito il presidente Kompatscher. “Con questo denaro finanziamo i servizi pubblici: tutto questo è possibile solo perché abbiamo le redini del settore energetico“.
Il disegno di legge provinciale, formato da 57 articoli, regola le gare d’appalto e l’assegnazione delle concessioni per le grandi centrali a scopo idroelettrico con potenza superiore a 3 megawatt. Kompatscher ha affermato che questa legge preserva l’interesse pubblico: “Con essa viene stabilito, in modo ancora più chiaro, come l’assegnazione delle grandi derivazioni rappresenti, in primis, l’interesse pubblico, e non il rendimento dell’investimento“, ha sottolineato Kompatscher. Questo aspetto rappresenta un valore aggiunto per i cittadini, ha detto. “La competizione tra gli operatori economici andrà a determinare l’offerta migliore, in termini economici, per l’interesse pubblico“, ha rimarcato il presidente altoatesino.
La sostenibilità rimane l’obiettivo primario
“Questo disegno di legge mira a espandere la produzione di energia da fonti rinnovabili, garantendo al contempo un uso equilibrato delle risorse naturali e il benessere economico e sociale delle popolazioni e dei comuni interessati“, ha spiegato l’assessore provinciale all’Ambiente ed Energia Giuliano Vettorato. “Inoltre, le proprietà delle concessioni saranno sviluppate e riqualificate: tutto questo rientra negli obiettivi di sostenibilità, che devono essere ambientali, sociali ed economici”, ha detto Vettorato.
I punti principali della legge
Il disegno di legge stabilisce, tra i vari punti, le disposizioni per lo svolgimento delle procedure di assegnazione delle concessioni, i termini per la loro gara, i criteri di ammissione e di aggiudicazione, nonché i requisiti finanziari, organizzativi e tecnici dei partecipanti. Inoltre, il testo disciplina la durata delle concessioni, i criteri per la determinazione dei canoni di concessione e le modalità di valutazione degli aspetti paesaggistici e della compatibilità ambientale.
Passaggio fondamentale per il futuro del settore energetico
Come sottolineato da Flavio Ruffini, direttore dell’Agenzia provinciale per l’Ambiente e la tutela del Clima, in occasione della conferenza stampa a Palazzo Widmann, “questo disegno di legge provinciale è un tassello fondamentale per il futuro del settore energetico in Alto Adige”. Durante la stesura del testo sono stati consultati esperti di fama e si è cercato di trarre insegnamento dall’esperienza del Trentino, la cui legge è stata compromessa da diverse sentenze della Corte Costituzionale.
Otto centrali elettriche saranno messe a gara
“Otto grandi centrali del territorio, Barbiano, Naturno, Brunico, Graun, Lappago, Marlengo, Vizze e Premesa, vicino a Laion, con una capacità nominale installata di 163,3 megawatt, saranno messe nuovamente a gara nel prossimo futuro: ciò corrisponde al 24,9% della capacità nominale totale disponibile nelle grandi centrali“, ha riferito Ruffini. Il direttore dell’Agenzia per l’ambiente e la tutela del clima ha inoltre approfondito alcuni punti chiave del disegno di legge. La procedura di assegnazione delle concessioni sarà unica e andrà a comprendere la valutazione di impatto ambientale, di impatto Natura 2000, le autorizzazioni paesaggistiche e altre valutazioni. “Essa è suddivisa in diverse fasi, a partire dall’elaborazione dei criteri di gara – ha detto Ruffini – si tratta della parte più importante, perché qui si possono fissare gli interessi del territorio“. Segue la valutazione da parte di una commissione di aggiudicazione di cinque membri, composta da esperti tecnici esterni, che avrà il compito di classificare le proposte e determinare la migliore. “Nel disegno di legge viene anche garantita la clausola sociale, cioè che i lavoratori, nel caso di cambio gestore per effetto delle gare, abbiano particolari tutele e garantiscono forme di partenariato con i privati sempre attente all’interesse collettivo” conclude l’assessore Vettorato.
Durata della concessione
Per l’avvio della procedura, l’aggiudicazione deve essere avviata entro due anni, per le nuove concessioni. Nel caso di nuove concessioni, le procedure vengono avviate al massimo due anni prima della loro scadenza. Se la concessione è già scaduta all’entrata in vigore della nuova legge, la procedura di aggiudicazione della nuova sarà avviata nel più breve tempo possibile e comunque entro due anni dall’entrata in vigore della legge. In futuro, la durata della stessa potrà essere compresa tra i 20 e i 40 anni, e in casi eccezionali anche 50 anni, a seconda della complessità della proposta progettuale. “I canoni sono rimasti sostanzialmente invariati: per canone idrico, quello rivierasco e dei bacini imbriferi montani, il calcolo rimane lo stesso”, spiega Ruffini. Viene invece adeguato il calcolo per il valore economico per l’elettricità gratuita e la definizione dell’Entità dei fondi ambientali, che diventano il fattore centrale per le offerte. “Nuovo è anche il canone d’uso che il concessionario deve pagare per l’utilizzo delle strutture che rimangono in possesso della Provincia di Bolzano“, spiega Ruffini.
Chi può ricevere le concessioni
La Provincia può assegnare le concessioni a operatori economici individuati attraverso procedure con gara pubblica, a società a capitale misto pubblico-privato, nelle quali il socio privato è individuato attraverso l’espletamento di gare con procedura ad evidenza pubblica, o anche mediante forme di partenariato, su iniziativa privata. “Il fatto che solo chi possieda determinati requisiti possa partecipare alle gare d’appalto è un fattore che garantisce la sicurezza, professionalità e competenza“, ha aggiunto il presidente Kompatscher. “Stiamo ancora discutendo se in futuro il limite di capacità nominale possa essere fissato diversamente”, ha concluso.
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