Alto Adige
Contratto collettivo: prime firme
L’efficacia del contratto collettivo va difesa. Obiettivo: costruire un contesto di certezza giuridica sia per il personale della pubblica amministrazione sia per i responsabili e i decisori. Questo è stato sottolineato oggi (12 agosto) a Palazzo Widmann dal presidente della Provincia. In qualità di assessore provinciale al personale, il presidente ha partecipato all’incontro per la firma dell’accordo sul contratto collettivo intercompartimentale sul cosiddetto “recupero strutturale” organizzato dalla delegazione pubblica e dal direttore generale Alexander Steiner.
Oltre 2.000 dipendenti pubblici interessati
Il contratto collettivo intercompartimentale firmato ieri dalla delegazione pubblica e dai rappresentanti sindacali dei dirigenti dell’amministrazione pubblica e sanitaria, è un modello risolutivo rispetto alla tematica delle indennità di funzione, coordinamento eper dirigenti sostituti contestate dalla Corte Costituzionale di Roma. Il cosiddetto “recupero strutturale” rappresenta una soluzione alternativa rispetto alla restituzione delle somme incassate da parte dei singoli dipendenti.
“Il contratto collettivo deve essere una garanzia sia per il datore di lavoro che per il personale della pubblica amministrazione: per questo vogliamo costruirlo proprio affinché rappresenti una garanzia di certezza del diritto su cui entrambe le parti possono costruire” sottolinea il direttore generale Steiner. Il direttore generale ha ricordato che la sentenza della Corte Costituzionale riguarda un totale di oltre 2.000 dipendenti fra amministrazione provinciale, Comuni, Azienda Santaria, case di riposo e Istituto per l’edilizia sociale (IPES), tra cui 388 dirigenti, 422 dirigenti facenti funzione e 1.309 coordinatori. L’importo complessivo è di 16 milioni di euro.
Firma entro il 18 agosto
I rappresentanti sindacali che per vari motivi non hanno partecipato alla riunione possono firmare la bozza di accordo fino al 18 agosto. Martedì 25 agosto il contratto intercompartimentale sarà quindi sottoposto all’approvazione della Giunta provinciale.
Nel mese di maggio, la delegazione pubblica era stata incaricata dalla Giunta provinciale di preparare una proposta di soluzione sulla base di una perizia dell’esperto legale Giuseppe Caia. “Questa proposta, che oggi abbiamo parzialmente firmato, è già stata chiarita con varie autorità” ha detto il direttore generale “e sono convinto e fiducioso che si tratti di un approccio orientato all’obiettivo”.
Obbligo di contribuzione e prescrizione decennale
Nel 1999 nell’ambito della contrattazione collettiva compartimentale e intercompartimentale è stata disciplinata la graduale trasformazione delle indennità di funzione e di coordinamento, così come dell’indennità per dirigenti sostituti, in assegno personale calcolato, distinto, fisso e permanente ai fini pensionistici.
La Corte dei Conti nell’ambito del giudizio di parificazione del rendiconto generale della Provincia non aveva approvato i capitoli di spesa relativi alla graduale conversione delle suddette indennità dichiarando nulle le rispettive clausole contrattuali.
Successivamente due leggi provinciali (n. 9/2017 e n. 1/2018) hanno introdotto una nuova disciplina della trasformazione dell’indennità di funzione e di dirigenza in assegno personale pensionabile. Questa disciplina, tuttavia, è stata dichiarata incostituzionale con la sentenza della Corte Costituzionale n. 138 del 6 luglio 2019. Questa sentenza comporta l’obbligo di riscuotere le indennità indebitamente versate, con un termine di prescrizione di 10 anni.
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