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‘Consumatori ingannati da influencer’ afferma il Pg della Cassazione
La recente indagine che coinvolge la famosa influencer Chiara Ferragni e l’azienda di dolciumi Balocco si intensifica, secondo quanto riportato dalla sostituta procuratrice generale della Cassazione, Mariella De Masellis. Secondo le indagini, Ferragni e la Balocco avrebbero tratto profitto ingiusto ingannando i consumatori con messaggi pubblicitari fuorvianti e un prezzo maggiorato per il pandoro ‘Pink Christmas’.
L’indagine, gestita dalla Procura di Milano dopo una disputa di competenza con quella di Cuneo, si concentra sulle vendite di pandori venduti a oltre 9 euro, quasi il doppio del prezzo standard, con l’illusione che parte del ricavato fosse destinato all’ospedale Regina Margherita di Torino per il trattamento di bambini ammalati. È emerso che l’azienda dolciaria di Fossano aveva effettuato solo una donazione una tantum di 50.000 euro, non collegata alle vendite.
Il Procuratore Generale della Cassazione ha esaminato anche gli atti dell’indagine condotta dal procuratore aggiunto di Milano, Eugenio Fusco, e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza. Dagli atti emerge un quadro incriminante che suggerisce l’esistenza di una “unitaria programmazione” di presunte truffe, che non si limitano al solo caso dei pandori, ma si estendono anche ad altri prodotti come le uova di Pasqua della Dolci Preziosi e la bambola ‘Chiara Ferragni by Trudi’.
La Procura, sotto la direzione di Marcello Viola, sta attivamente perseguendo questi casi. Secondo il Procuratore Generale, è necessario considerare la continuità nell’intenzione di commettere il reato, la similitudine nelle modalità operative e il periodo di tempo durante il quale si sono verificati i fatti incriminati, che spaziano dal 2019 al 2022. In tutti e tre gli episodi, secondo quanto riportato, l’imprenditrice avrebbe utilizzato i social media per pubblicare post, stories e video ritenuti fuorvianti per i consumatori, promuovendo tali prodotti come se fossero associati a iniziative benefiche.
La decisione di attribuire la competenza a Milano si basa sui contratti firmati nel novembre 2021 tra la Balocco e le società di Ferragni e sui compensi incassati dall’influencer su conti milanesi per oltre un milione di euro. Le email tra i team di Ferragni e dell’azienda confermerebbero che la donazione era stata concordata prima dell’inizio delle vendite e indipendentemente dal volume di queste.
Esiste comunque per legge la presunzione di innocenza finché un giudice emetterà un verdetto.
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