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Confessione Benno, Moccia: “Ha ammesso di averli uccisi in casa e gettati nell’Adige. E’ disperato”

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A poco più di due mesi dalla scomparsa dei genitori Laura Perselli e Peter Neumair, il figlio della coppia, Benno Neumair ha confessato il delitto. Dopo la comunicazione ufficiale da parte della Procura di Bolzano, arrivata alla stampa nel pomeriggio di oggi (8 marzo), l’ulteriore conferma giunge tramite una nota dall’avvocato di Benno, Flavio Moccia.

Benno Neumair ha ammesso di essere il responsabile della morte dei genitori. I due decessi sono avvenuti nella casa di via Castel Roncolo e i corpi, già privi di vita, abbandonati nelle acque dell’Adige. Questa decisione di aprirsi alla verità e di mettersi a disposizione della Procura della Repubblica, accettata fin dall’undici di febbraio scorso, e quindi ancor prima di conoscere l’esito della decisione del tribunale del Riesame, è maturata spontaneamente quale immediato esito alla notizia del rinvenimento del corpo senza vita della madre, che ha avuto l’effetto di produrre una dissoluzione, di schianto, di tutte le difese di negazione e di rimozione attuate nelle settimane successive ai fatti dall’indagato, che impedivano ogni sua possibilità di esame cosciente di una raltà altrimenti per chiunque indicibile e inaffrontabile“.

In poche parole, secondo il suo legale, Benno alla notizia del ritrovamento del corpo della mamma, sarebbe crollato e avrebbe deciso di confessare.

Nei giorni successivi a una prima ammissione – continua la nota – d’intesa con la Procura della Repubblica e nel rispetto di quella segretezza che le circostanze, il diritto e l’etica professionale imponevano e continuano ad imporre, si è proceduto nell’approfondimento dei fatti in termini di dettaglio e di riscontri obiettivi“. Ovvero, per potere accertare la veridicità della confessione, sono stati necessari ulteriori approfondimenti dagi esiti della perizia forense a quella sulle tracce ematiche rinvenute nel corso delle indagini.

La Procura ha già inoltrato la richiesta di incidente probatorio per verificare la capacità di intendere e di volere dell’indagato al momento del fatto. Nel caso l’incapacità dovesse essere confermata, il 30enne bolzanino sarebbe dichiarato non imputabile.

Sempre secondo quanto riportato da Moccia il suo assistito “si aggrappa a un sentimento di pentimento disperato che non chiede né ha aspettative di ricevere pietà dalle vittime: gli stessi infelici genitori più tutti gli altri affetti, più intimi e cari“. In sintesi Benno sarebbe pentito e non avrebbe a questo punto l’ardire di chiedere il perdono a coloro a cui ha causato del male, a partire dalla sorella Madè fino alla famiglia tutta e agli stessi genitori ormai deceduti.

 



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