Alto Adige
Colloqui di Dobbiaco: politiche per la casa in Sudtirolo, servono nuove strategie per rispondere alla crisi abitativa
Marzia Bona, ricercatrice presso l’Istituto per lo sviluppo regionale di Eurac Research: “Dati alla mano (Astat, 2023) – sottolinea Bona – in 40 anni le abitazioni in provincia di Bolzano sono aumentate del 95%, ma quelle non occupate sono oltre il 12%, mentre quelle sottoutilizzate sono il 41%”.
Abbiamo costruito abbastanza, eppure l’odierna crisi abitativa – che colpisce soprattutto le fasce più deboli della popolazione – è destinata a peggiorare. È stato questo il focus dell’intervento di Marzia Bona, ricercatrice presso l’Istituto per lo sviluppo regionale di Eurac Research, ai recenti Colloqui di Dobbiaco, 34^ edizione del laboratorio d’idee per la svolta ecologica che si è tenuta nel centro altoatesino.
Le politiche per la casa in Sudtirolo hanno promosso per decenni la proprietà: ora i cambiamenti demografici, negli stili di vita e nelle forme di mobilità interrogano questo modello. Servono nuove strategie: riutilizzo dei vuoti urbani pubblici e privati, trasformazione di immobili abbandonati e sottoutilizzati, nuove forme di abitare, accessibilità dell’edilizia sociale commisurata ai bisogni e politiche fiscali che favoriscano il diritto all’abitare di chi vive e lavora nel territorio”.
La valorizzazione non gentrificante dei vuoti urbani, secondo la ricercatrice, può dare spazio a soluzioni innovative, come l’abitare condiviso, il tactical housing, gli usi temporanei che, se fondati su principi anti-speculativi, contribuiscono a contenere i prezzi del mercato immobiliare offrendo al contempo offre risposte flessibili, in linea con i nuovi bisogni.
“Non c’è giustizia climatica senza giustizia sociale – conclude Bona – e oltre a ridurre emissioni e consumo di suolo serve anche un ripensamento del significato di casa: non solo bene d’investimento o speculazione, ma infrastruttura di interesse pubblico essenziale alla coesione di comunità sempre più diverse. Casa, dunque, come base del diritto all’abitare. Diritto alla casa è diritto alla città, intesa come spazio di partecipazione, cittadinanza e convivenza”.
Stop al cemento! I Colloqui di Dobbiaco 2023
Il costruire e l’abitare sono stati al centro dei Colloqui di Dobbiaco di quest’anno, dal titolo Stop al cemento! Della resilienza e rigenerazione delle nostre città in tempi di caos climatico, con esperti e addetti ai lavori italiani e tedeschi a confronto per capire come possano le nostre città diventare più resilienti, abitabili e rigenerative.
“Il bilancio è estremamente positivo – sottolinea Karl-Ludwig Schibel, coordinatore della manifestazione – vista la grande partecipazione agli incontri e ai dibattiti e anche alla tradizionale escursioni nel territorio, che quest’anno ha seguito le tracce del primo Piano regolatore di Dobbiaco, a 50 anni dalla sua approvazione. Ma d’altra parte la questione dell’abitare è centrale, perché tocca una parte fondamentale della nostra vita. La casa è uno spazio intimo vitale, e a Dobbiaco abbiamo cercato di capire come mettere insieme i desideri abitativi di spazio, comfort, qualità ricreativa con esigenze ambientali: fermare il consumo del suolo, ridurre le emissioni dal costruito”.
Tra gli ospiti di quest’anno Paola Viganò, architetta e urbanista, già vincitrice del Grand Prix de l’urbanisme nel 2013 e Medaglia d’Oro alla carriera dell’Architettura Italiana nel 2018, docente all’École Polytechnique Fédérale de Lausanne e all’Università di Venezia, che ha parlato proprio di come “reinventare le città“, e Domenico Finiguerra, sindaco del comune milanese di Cassinetta di Lugagnano, copromotore del movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio e del Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio Difendiamo i Territori.
“Ci ritroviamo in un contesto europeo e mondiale in cui sembrerebbe che noi ecologisti possiamo affermare di aver avuto ragione – conclude Schibel – e in qualche caso anche di aver vinto, perché il tema della salvaguardia dell’ambiente è oggi in cima alle priorità dell’agenda politica.
Ma quella a cui stiamo assistendo è davvero la conversione ecologica di cui ci parlava Alex Langer? Siamo davvero sulla strada che porta ad un cambio di paradigma, ad un altro modello di società? Oppure stiamo soltanto sostituendo il carburante fossile con del carburante verde, lasciando inalterato il modello di società e restando nel medesimo paradigma, nella stessa società dei consumi, nello stesso mondo, ma con il bollino verde?”.
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