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Politica

Chi decide gli stipendi dei politici altoatesini? I Verdi: “Coinvolgere la società civile”

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Ieri (14 aprile) nella prima commissione del Consiglio regionale la proposta di legge del Gruppo Verde: via gli aumenti automatici ISTAT, sottoporre ogni 5 anni a una Consulta di cittadine e cittadini la decisione sulle indennità.

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Per nessuna categoria nel mondo del lavoro esiste un recupero automatico dell’inflazione sul valore dei propri stipendi. Per nessuna, ad eccezione dei consiglieri e delle consigliere delle province di Trento e Bolzano.

L’ultima riforma ha solo fissato la scadenza quinquennale di questo recupero, ma ha lasciato intatto l’automatismo, che – in quanto disponibile per nessuna altra categoria – rappresenta un privilegio.

La commissione competente del Consiglio regionale ha svolto tempo fa diverse audizioni sul tema con le parti sociali e con esperte/i e docenti dell’Università di Trento. I loro pareri erano unanimi: l’adeguamento automatico delle indennità è inaccettabile. Ma chi può e deve decidere quanto è giusto che guadagni una consigliera o un consigliere?






Il Gruppo dei Verdi in consiglio provinciale si è posto seriamente la domanda, cercando di evitare facili populismi – sottolineano i Gruene altoatesini – . Riteniamo che la soluzione consista nel cercare un consenso della società civile sul tema della giusta remunerazione della politica“.

Il punto centrale del disegno di legge è che sulle indennità si vuole dare la parola ai cittadini e alle cittadine in una forma di democrazia partecipata.

Una Consulta di 20 persone, di entrambe le Province, a inizio di ogni legislatura dovrà dare un parere sulla necessità o meno di adeguare, e di quanto, le indennità consiliari considerando le variazioni del costo della vita.

Come limite massimo non si potrà comunque superare il recupero previsto dai contratti del lavoro dipendente stipulati nel quinquennio. Acquisito il parere, il Consiglio dovrà prendere poi la sua decisione.

In questo modo viene eliminato ogni automatismo, viene interpellata la società civile e al contempo la politica dovrà assumersi la piena responsabilità della decisione finale“.

Offriamo il nostro disegno di legge alla discussione della Commissione, disponibili a possibili miglioramenti, consapevoli della complessità della materia e consci della necessità impellente di ricostruire un rapporto di fiducia tra società civile e politica“, conclude la nota.

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