Politica
Centro emergenza freddo Comini, sit in della Lega: “Ecco come si spendono i soldi dei bolzanini”
Un termometro che segna 34 gradi, mostrato in maniera ironica da Roberto Selle, e una domanda da parte della Lega al Comune: perché una struttura denominata ‘centro di emergenza freddo’ dovrebbe restare aperta tutto l’anno e anche in piena estate?
I rappresentanti del Carroccio si sono riuniti questo pomeriggio (29 luglio) in un sit in per fare chiarezza sulla questione. A riassumere la vicenda del centro di accoglienza invernale di via Comini è il cosigliere comunale Marco Caruso.
“Nel 2017 per volontà dell’ex assessore Repetto e del sindaco Caramaschi fu acquistato questo stabile che costò ai cittadini poco più di due milioni di euro più Iva (2.050.000 per l’esattezza) più altri quasi 700mila di lavori di ammodernamento e di messa in sicurezza.
Già prima dell’acquisto di questo stabile avevamo presentato una mozione in consiglio comunale per evitare l’acquisto di questa struttura che già allora il sindaco e la maggioranza attuale volevano tenere aperta 365 giorni l’anno. La Lega è d’accordo nel tenere un centro di emergenza freddo, a patto che questo rimanga aperto però solo nel periodo dell’emergenza. Siamo quasi ad agosto e troviamo ridicolo questo prolungamento dell’apertura con costi a carico del Comune“.
Caruso ha ricordato poi come lo stesso primo cittadino abbia avuto occasione di menzionare le cifre annuali per il mantenimento, ben 1 milione e 200mila euro per degli spazi che possono ospitare massimo 95 persone e che permette il solo pernottamento agli ospiti.
Secondo i calcoli fatti dalla Lega dunque, si tratterebbe di una spesa di mille euro al mese per circa un centinaio di persone.
“Per sapere se i costi fossero aumentati lo scorso mese ho presentato una mozione dove chiedevo i numeri complessivi della gestione del dormitorio relativi al 2019 e ai primi sei mesi del 2020, a quale associazione è affidata la struttura e a quanto ammonta il compenso mensile di questa associazione“, continua Caruso.
Come è noto, per rispondere alle interrogazioni c’è un tempo massimo di 15 giorni. Tuttavia, dopo due solleciti verbali e uno scritto, al consigliere leghista non è stata data ancora risposta.
“Date le spese rilevanti, chiediamo comunque che il centro di emergenza non venga tenuto aperto tutto l’anno, essendo gli ospiti non idonei ad essere ospitati come se si trovassero in un normale centro di accoglienza.
Caramaschi dichiarò inoltre pubblicamente che con l’acquisto di questa struttura non ci sarebbero stati più accampamenti abusivi in città e che ci sarebbe stata tolleranza zero per questo tipo di insediamenti non controllati.
Questa struttura rappresenta oggi, a quasi tre anni di distanza, un chiaro spreco di denaro pubblico e qualcuno, a sinistra, propone addirittura di comprarne altri“, conclude il consigliere.
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