Benessere e Salute
CELLULARI & CO: conoscerli meglio per difendersi
Chi di noi non possiede una connessione Internet?!
Quello che spesso ci chiediamo è: il cellulare e gli altri dispositivi elettronici sono nostri amici o no? Quanto sono pericolosi per la nostra salute?
Pensiamo al telefonino: è costantemente con noi. Lo usiamo per tutto: lavoro, studio, relazioni sociali… attenzione però: un suo uso eccessivo può essere pericoloso per la salute (fisica e mentale).
Tenerlo addosso per tutto il giorno ci espone a radiazioni quasi continue poiché vengono emesse anche quando non si sta effettuando una chiamata o mandando messaggi.
Utile è sapere che non tutti i telefoni emettono lo stesso livello di radiazioni.
Sapevate che esiste un valore che misura la quantità di radiofrequenze che assorbiamo mentre usiamo il cellulare?
Se no… tranquilli: siete in buona compagnia. Si chiama SAR (“Specific Absorption Rate”=“Tasso di Assorbimento Specifico”).
In teoria, sulle confezioni di vendita degli smartphone dovrebbe essere indicato, ma purtroppo non sempre è così.
Possiamo però trovarlo con una semplice ricerca in Internet.
Cercate un nuovo smartphone? Un consiglio: anche se non è un indicatore perfetto, scegliete il modello con minore tasso di assorbimento specifico (Sar). In Europa il limite di sicurezza del valore SAR è di 2 W/kg in un campione di 10 grammi di tessuto (in questo caso, l’orecchio).
Il parere dei pediatri italiani
Secondo la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, l’uso dei cellulari si sta trasformando in un abuso e gli effetti nocivi per la salute sono sempre più evidenti.
Per questo consigliano di vietare l’utilizzo dei telefonini prima dei 10 anni. Secondo alcuni studi infatti, l’utilizzo costante e prolungato del cellulare da parte dei bambini può portare a isolamento, aggressività, perdita di concentrazione…
“Tecnologie buone” o “tecnologie cattive”?
Il dibattito è aperto e vivo. La ricchezza di materiale, studi, informazioni e opinioni dimostra quanto questo confronto sia vivace ed ancora in evoluzione.
Necessaria è l’educazione all’utilizzo consapevole e ai rischi che si corrono, specie quando si utilizzano le nuove tecnologie in maniera poco assennata e puramente passiva.
Un’educazione sulle abilità sociali, emotive e cognitive del digitale, che deve essere prima di tutto rivolta agli adulti e, di conseguenza, ai più piccoli.
Psicologicamente parlando, si è visto che l’uso di App pensate appositamente per l’infanzia può stimolare abilità importanti, come: creatività, competenze di coordinazione visuo-motoria, capacità di problem solving (Centro per la salute del Bambino, 2016).
Televisione, tablet, smartphone diventano quindi utili al divertimento e allo svago quando utilizzati positivamente e come mezzo di condivisione con i genitori. Nonostante tutto ciò, esistono anche rischi nel proporre a bambini troppo piccoli l’utilizzo di strumenti digitali.
Nei primi anni di vita, il cervello del bambino è estremamente plastico e lo sviluppo neuronale risente di tutte le informazioni ambientali, sia benefiche che nocive, cui il bambino è esposto.
Attenzione all’imitazione. I bambini la sviluppano nel primo anno di vita ed è un mezzo per le prime conoscenze e competenze: essa è ciò che guida l’esperienza di vita dei nostri figli. Non a caso, i comportamenti agiti dai modelli di imitazione (genitori, insegnanti, etc) pongono le basi per i comportamenti che metteranno in atto i bambini stessi.
I bambini e ragazzi di oggi sono “multitasking”: riescono a destreggiarsi nello stesso momento tra dispositivi con funzionalità diverse, dando ad ognuno di essi l’attenzione necessaria per un buon utilizzo.
L’Italia è al primo posto in Europa per numero di telefonini posseduti e l’età media dei possessori diminuisce sempre di più: l’uso si sta trasformando in abuso.
Il rischio di poter avere a disposizione così tanti mezzi tecnologici è la dipendenza digitale, ad oggi una delle dipendenze più comuni tra i giovani.
Il disturbo da abuso della rete telematica, o Internet Addiction Disorder (IAD), ha riscosso particolare attenzione da parte della comunità scientifica.
La dipendenza da internet è un problema sempre più rilevante, soprattutto tra i giovani. Le ripercussioni si riscontrano nella vita personale, professionale o scolastica.
In psicologia, si può parlare di dipendenza IAD quando la maggior parte del tempo e delle energie vengono spesi nell’utilizzo della rete, creando in tal modo menomazioni forti e disfunzionali nelle principali e fondamentali aree esistenziali, come quella personale, relazionale, scolastica, familiare, affettiva.
Tra i maggiori pericoli emersi dall’abuso dei media digitali, c’è l’”analfabetismo emotivo”(Goleman, 2011) cioè: l’incapacità di riconoscere le emozioni che si prova e ad attribuire correttamente le emozioni altrui. Non è tanto l’uso, quanto l’abuso che deve preoccupare il genitore.
Stare troppe ore al pc fa male?
Trascorrere troppo tempo davanti al pc può portare alla comparsa di diversi sintomi. Sono questi che devono metterci in allarme e spingere a chiederci cos’è che non va.
Tra gli effetti più comuni, anche fra gli adulti, ci sono: stanchezza agli occhi, mal di schiena, mal di testa, un maggiore senso di solitudine. Non solo, a risentirne sono anche ansia e stress, che aumentano. Se al pc si lavora, poi, l’effetto è assicurato!
Ripetendoci..Brevi consigli sull’uso del telefono cellulare
Ridurre l’uso del telefono e dei dispositivi wireless. Preferisci la rete di telefonia fissa a casa e in ufficio. I bambini fino a 10 anni non dovrebbero usare i telefoni cellulari.
Utilizza il cellulare solo quando la ricezione è buona (quando è bassa vengono emesse più radiazioni per poter ricevere il segnale), evita di tenere il telefono vicino al corpo, usa un auricolare, spegni il cellulare di notte e non tenerlo vicino al letto.
L’articolo è un contributo per La Voce di Bolzano della psicologa e psicoterapeuta Martina Valentini sul tema dei pericoli potenziali per la salute dei dispositivi elettronici e della dipendenza psicologica dalla tecnologia.
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