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Caso Mueller: 534 firme per la petizione lanciata da Pollinzi. Intanto La7 “interroga” il medico austriaco

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Si attesta a quota 534 firme la petizione lanciata una settimana fa su change.org da un’iniziativa del consulente tecnico sanitario del Veneto vicino al MoVimento 5 Stelle e attivista Fabrizio Pollinzi.

La raccolta di firme, diretta al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, mira all’abolizione della recente legge provinciale che permetterebbe ai medici che parlano la sola lingua tedesca di esercitare la professione in provincia di Bolzano.

Una legge, la n.10 del 17 ottobre 2019 che, come sottolinea Pollinzi “esprime un chiaro profilo incostituzionale in quella provincia di Bolzano dove il principio del bilinguismo deve essere rispettato da tutti“.






Come è ormai noto, all’Ordine dei Medici ci si iscrive solo conoscendo la lingua nazionale: come in ogni altro Paese del mondo e come previsto dalla legge. In Alto Adige invece, proprio questa legge provinciale confezionata ad hoc vorrebbe permettere ai medici che non parlano l’italiano di esercitare indisturbati sul territorio.

Un problema per il quale ora l’impugnazione da parte del Governo sarebbe d’obbligo.

La polemica nasce dal caso del medico austriaco Thomas Mueller, primario del Laboratorio dell’ospedale San Maurizio di Bolzano dal 1° marzo 2018, sottoposto alla fine di aprile a una verifica di conoscenza della lingua italiana da parte dei Nas mandati dal Ministero della Salute, verifica dalla quale era emersa una conoscenza solo “passiva” dell’italico idioma.

Furioso allora il direttore generale Florian Zerzer che sollevò la questione affermando come in questo modo si rischiasse di fomentare la discussione etnica. In seguito infatti, il provvedimento (pienamente legittimo) da parte dell’Ordine dei Medici altoatesino di espellere il medico portò l’Azienda Sanitaria addirittura ad optare per la decisione di costituirsi in giudizio circa la cancellazione del professionista dal relativo albo.

“Adottare una delibera apparentemente illegittima atta alla tutela del dott. Mueller utilizzando nuovamente ed impropriamente denaro pubblico, pone l’Azienda Sanitaria in posizione alquanto imbarazzante – avevano allora commentato gli esperti di Sanità – . In primis troviamo alquanto azzardato che l’Asl pensi a costituirsi in giudizio contro un provvedimento emesso dall’Ordine dei Medici di Bolzano che, oltre ad essere organo sussidiario del Governo, verifica i requisiti obbligatori per l’esercizio della professione medica” (si legga anche Medico espulso dall’Ordine, l’Asl in giudizio contro la decisione. M5S: “Azione contro legalità e Governo”).

Si tratta di un falso problema etnico – sottolinea Pollinzi – . In realtà l’impugnazione della legge provinciale è necessaria soprattutto per tutelare il medico stesso, che se venisse sottoposto a un procedimento disciplinare, come farebbe a difendersi alla Ceeps a Roma (organo di vigilanza dell’ordine dei medici nazionale) dove l’unica lingua è quella italiana?

Come farebbe a votare per l’elezione delle cariche nazionali o in teoria ad essere anche eletto? Come può conoscere la normativa nazionale riguardo al codice deontologico, tutela della privacy e altre normative specifiche di ogni Stato nazionale e valide anche in Provincia di Bolzano?

Infine, quando un medico chiede il riconoscimento della propria laurea in Italia, è normale che il Ministero dell’Istruzione chieda all’Ordine di riferimento di verificare e accertare se il medico ha le conoscenze linguistiche necessarie per esercitare la professione“.

Ieri nel frattempo, la questione è approdata a La7, dove durante la trasmissione “Non è l’Arena” condotta da Massimo Giletti, è andato in onda un servizio che ha documentato come il problema linguistico di Mueller violi in un solo colpo la Costituzione, lo Statuto di autonomia e la legge nazionale.

Tale normativa, stabilisce l’obbligo della piena conoscenza attiva e passiva della lingua italiana da parte dei medici (con cittadinanza italiana o straniera) che intendono svolgere la professione nel nostro Paese (vedi video sotto).

 

E’ necessario che ognuno dia il proprio contributo per la firma della petizione per l’abolizione della legge provinciale che ripristinerebbe il principio di uguaglianza linguistica sul territorio. Il fatto che la Provincia tenti di scalavalcare la legge nazionale in questo senso resta inaccettabile“, conclude Pollinzi.



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