Politica
Cartello Euregio a Borghetto, della Torre: “Nuove mistificazioni sulla frammentazione del Tirolo”
Dallo scorso 18 febbraio un nuovo cartello stradale di benvenuto indica agli automobilisti che stanno entrando nel territorio dell’Euregio Tirolo-Trentino-Alto Adige.
Si trova a Borghetto, località al confine tra la provincia di Verona e il Trentino, ed è uno dei 67 cartelli stradali (41 in Tirolo, 19 in Trentino e 7 in Alto Adige) che, a partire dallo scorso autunno, stanno via via per essere posizionati ai confini dei tre territori dell’Euregio con Lombardia, Veneto, Voralberg, Carinzia, Salisburgo e Baviera.
Scrive Eriprando della Torre di Valsassina, rappresentante bolzanino di Vox Italia:
“Nel corso della recente esposizione a Borghetto di un cartello che indica il “confine” con l’euregio Tirolo-Trentino-Alto Adige, il presidente della giunta provinciale altoatesina, Arno Kompatscher, ha dichiarato che: ‘A 100 anni dalla frammentazione del Tirolo vogliamo aumentare la consapevolezza del fatto che i tre territori formano una comunità e lavorano a stretto contatto in uno spirito europeo’.
Riproponendo così la divisione del Tirolo cosiddetto storico ad opera dei cattivoni italiani.
Quindi è bene ricordare all’intrepido presidente della giunta provinciale che, per esempio, l’acquisizione di Borghetto al Tirolo non avvenne a causa di una inesistente “tirolesità” della sua popolazione, ma fu dovuta esclusivamente alla politica accentratrice austriaca alla fine del Diciottesimo secolo.
Infatti, l’imperatore Giuseppe II modificò i confini della diocesi tridentina, facendoli collimare con quelli del principato di Trento.
Ciò, per evitare qualsiasi tipo d’influenza di quei vescovi veneti che, da un punto di vista ecclesiastico, avevano la propria competenza su territori considerati ormai di esclusivo dominio asburgico. Il vescovo Virgilio Tuhn, nel 1785 accettò senza fiatare la modifica dei confini diocesani e del conseguente scambio di parrocchie con le diocesi confinanti.
La variazione territoriale fu estremamente vantaggiosa per la diocesi trentina, che ripristinò quasi in toto i confini dell’XI secolo, divenendo territorialmente più ampia del principato di Trento. Cedette solo Bagolino e Tignale a Brescia, mentre venne in possesso, da Verona, dei vicariati di Avio con Borghetto e di Brentonico con Pilcante, da Padova acquisì le parrocchie di Brancafòra e di Pedemonte, riottenne dalla diocesi di Feltre Pergine, Calceranica, Vigolo e Lavarone, già appartenenti al principato tridentino e si annetté Levico, Borgo di Valsugana, Strigno, Grigno, Masi di Novaledo, Telve, Pieve Tesino, Primiero con Canal S. Bovo, Roncegno, Torcegno e Castelnuovo rientranti nel dominio austro-tirolese.
Tutto ciò, quindi, come uno scambio di figurine, senza tener in alcun conto i sentimenti di appartenenza delle popolazioni coinvolte.
Il Vescovo Thun, ultimo principe vescovo di Trento, a causa della sua pusillanime pavidità, fu un docile strumento nelle mani della politica di potenza austriaca. Nel 1777 firmò con l’imperatrice Maria Teresa un accordo da molti considerato una resa, grazie al quale il principato tridentino fu assoggettato alla legislazione austriaca.
Thun annichilì, così, una secolare tradizione vescovile di salvaguardia del principato tridentino dalle continue soverchierie tirolesi e asburgiche. Nel 1781, lo stesso Thun, offrì all’imperatore Giuseppe II la sovranità temporale del principato tridentino chiedendo in cambio un assegno vitalizio di 50.000 fiorini. L’imperatore naturalmente rifiutò in quanto il principato era di fatto già annesso.
Quest’azione screditò ulteriormente il vescovo Thun agli occhi del pontefice Pio IV che, nel ritorno da un suo viaggio a Vienna, rifiutò di essere suo ospite a Trento.
Tornando ad epoche più recenti Borghetto fu meta di un raduno organizzato insieme dalla sedicente sovranista Lega Nord e dai Freiheitlichen altoatesini, che il 14 maggio del 2014 affissarono un cartello indicante il paesino come confine tra Repubblica veneta e Tirolo“.
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