Italia ed estero
Carabiniere ucciso a Roma da due stranieri. “Amava l’Arma, faceva volontariato e portava da mangiare ai senzatetto”

Rubano il borsello a un malcapitato, contrattano 100 euro per la restituzione, lui si presenta con i carabinieri e ne nasce una colluttazione.
Dallo scontro tra i militari in borghese e i due stranieri autori del furto rimane ucciso il vice brigadiere Mario Cerciello Rega, 35 anni, di Somma Vesuviana.
Sposato da appena un mese, tornato da poco in servizio dopo il rientro dal viaggio di nozze, il carabiniere è intervenuto in seguito alla chiamata dell’uomo ricattato, secondo le prime ipotesi, da due cittadini marocchini di 44 e 28 anni, che sentendosi minacciati dalla presenza delle forze dell’ordine hanno reagito tirando fuori il coltello e aggredendo senza pietà.
Solo uno dei due ha invero estratto la lama e ha pugnalato il vice brigadiere ben sette volte lasciandolo esanime a terra dopo essere fuggito.
Succede a Roma, nel rinomato quartiere Prati, in via Cossa, a pochi passi dal Vaticano e nel centro nevralgico del turismo della Capitale.
Gli stranieri, bloccati dopo alcune ore, sono stati ascoltati dai militari e non sono al momento in stato di fermo: avevano una stanza all’hotel LeMeridien Visconti di via Cesi, sempre in Prati, a pochi passi dal luogo in cui è stato ucciso Cerciello Rega. In caserma intanto sono state portate anche altre due persone, sentite in queste ore.
Tra i sospetti ci sarebbero però anche due cittadini americani già fermati e ascoltati dai carabinieri del nucleo investigativo di via in Selci. Pista che le forze dell’ordine stanno approfondendo.
Cerciello era tornato dal viaggio di nozze lunedì. Si era sposato lo scorso 19 giugno. Il collega che si trovava con lui al momento dell’aggressione ha dato l’allarme ad altre pattuglie ma purtroppo per lui, dopo il trasporto d’urgenza in ospedale, non c’è stato più nulla da fare. “Ho tentato di salvarlo”, ha detto disperato.
A Somma Vesuviana, suo paese di origine, i concittadini sono scossi dallo shock e dal dolore.
“Mario era un uomo dal cuore d’oro”. Sembra che tutti si siano messi d’accordo nel pronunciare questa frase, anche persone che non si conoscono tra loro.
Suo padre, morto circa 10 anni fa, era un fabbro. La madre Silvia, casalinga, il fratello di 31 anni e la sorella di 19 ora lo piangono. Assieme alla moglie Rosa Maria.
E oltre alla tragedia c’è l’assurdo: Mario faceva volontariato. Era barelliere per l’Ordine di Malta, ma accompagnava anche i malati a Lourdes e a Loreto.
“Amava il suo lavoro, amava l’Arma, e credeva in Dio”, dicono di lui. Il martedì sera lo dedicava ai senza fissa dimora che vivono nei pressi della Stazione Termini. E’ a loro che, dopo aver dismesso i panni da carabiniere, portava da mangiare.
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