A TU PER TU
Cambiaghi: “Calcio femminile? Servono più tutele. Ripartire, ma in sicurezza”
La nostra rubrica “A TU PER TU” continua. Oggi l’ospite telematico della voce di Bolzano è Michela Cambiaghi, calciatrice Italiana, attaccante del Sassuolo.
Michela nasce a Vimercate il 4 febbraio del 1996 e inizia a giocare a pallone sin da piccola. Cresce calcisticamente nel Fiammamonza (2010 – 2013), nel 2013 trova un accordo con l’Inter Milano che decide però di girarla in prestito (2013-2014) al Mozzanica. Il giovane talento approda a Sassuolo solo nel 2018 dove fino ad oggi colleziona 20 presenze e 8 goal. Ora però torniamo a noi.
Ciao Michela, come stai passando la quarantena? Ti alleni anche in casa?
Ciao! Sto passando la mia quarantena a Reggio Emilia, insieme ad alcune mie compagne di squadra. Ormai sono passati quasi due mesi tra studio, relax, giochi e ovviamente allenamento. Per fortuna ho un cortile in cui posso fare palestra e una cyclette che ci ha messo a disposizione la società.
Ti manca di più il pallone o la squadra?
Entrambi. Mi manca l’emozione della partita, la gioia dei goal e le risate dello spogliatoio. Purtroppo essendomi infortunata a novembre, la mia assenza è più lunga rispetto a questa pausa forzata a causa del Coronavirus.
Allenamenti, sai già se e quando riprenderete?
Attualmente stiamo aspettando che il governo e la federazione ci diano indicazioni sul da farsi. Ci stiamo tenendo allenate, per quello che possiamo, aspettando di capire se concluderemo il campionato oppure no.
Sport femminile, dal successo della nazionale femminile nel calcio, alla vittoria di Brignone e Moioli, dici che può essere il “momento” dello sport femminile?
Penso che negli ultimi anni lo sport femminile si è messo ben in mostra e ha attratto un gran numero di tifosi.
Il mondiale femminile ha aperto la strada, ma servono ancora investimenti e maggiori tutele per le giocatrici.
Secondo te il campionato va interrotto o ripreso?
È una bella domanda. La mia volontà, così come quella della società, è di riprendere il campionato. Ovviamente devono esserci i presupposti per farlo: la sicurezza e la salute devono essere messe al primo posto.
Sogno nel cassetto?
Vorrei provare l’emozione di poter giocare in uno stadio pieno e di indossare di nuovo la maglia azzurra.
Se così lo si può chiamare “un bilancio stagionale”?
Ho avuto un inizio di stagione positivo, arrivavo dalle Universiadi di Napoli 2019 e quindi stavo bene sia fisicamente che mentalmente. Poi però mi sono infortunata al piede. Sono stata lontano dal campo per diversi mesi e quando sarei potuta rientrare, purtroppo, il campionato è stato interrotto a causa della diffusione del virus.
Il tuo idolo?
Non ho un idolo in particolare, mi ispiro a diversi calciatori. Nel femminile mi piacciono molto Mauro e Tarenzi.
L’emozione più grande che hai vissuto?
La notte della cerimonia di apertura delle Universiadi. Lo stadio San Paolo pieno che aspettava l’ingresso di tutte le nazionali universitarie italiane, sulle note di Toto Cutugno (Lasciatemi Cantare). Vedere così tante persone riunite per lo sport e per l’Italia, è stato molto emozionante.
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