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Vita & Famiglia

Bressanone. Letture gender ai bambini, monta la polemica

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«Letture di libri a chiaro tema gender, come “Piccolo Uovo”, per parlare dei “diversi modi di essere famiglia” e giochi di cui non si conoscono dettagli.

E’ questo il surreale e pericoloso invito fatto dall’associazione “Famiglie Arcobaleno” di Bressanone ad  un evento che si è tenuto lo scorso 6 maggio, in collaborazione con “OEW Organizzazione per un mondo solidale”, e rivolto ai bambini da 0 a 3 anni. Nella locandina dell’eventoche rientra nella manifestazione “Festa delle Famiglie 2022. FA la differenza: l’uguaglianza familiare è un affare di tuttə” – si fa esplicito riferimento alla “scoperta dei tanti tipi di famiglia che esistono nel mondo”, invitando i più piccoli a leggere, giocare e poi parlare “dei diversi modi di essere famiglia”.

Inoltre una mail, inviata a tutte le scuole dell’infanzia in lingua italiana e tedesca di Bressanone, dimostra la volontà di un’ingerenza che riteniamo inaccettabile all’interno del mondo della scuola, con il tentativo di diffondere libri gender che ledono la crescita e la formazione dei bambini e la libertà educativa dei genitori». E’ stata questa le denuncia di Francesco Avanzini, referente locale dell’associazione Pro Vita & Famiglia Onlus.






La stessa Onlus, giorni prima dell’evento, aveva chiesto di fare luce sull’iniziativa e bloccarla, nonché bloccare la propaganda all’interno delle scuole. A fare eco alle parole di Pro Vita & Famiglia il vicepresidente e assessore all’Istruzione della Provincia di Bolzano, Giuliano Vettorato che ha espresso una posizione di contrarietà sia personale che istituzionale.

«I volantini pubblicitari – ha affermato Vettorato – sono stati inviati alle scuole con la preghiera di distribuzione ma, per quello che mi riguarda, è una cosa che condanno fermamente. So comunque che la scuola non ha divulgato la notizia».

Vettorato, inoltre, ha confermato che le letture sono un’«iniziativa privata» ma «non è caldeggiata né dal sottoscritto, né dalla Provincia», pur rientrando nell’autonomia delle scuole. «Ne avevo già parlato con i dirigenti che, quindi, sanno della mia visione non favorevole. Loroha conclusohanno agito di conseguenza e non hanno divulgato l’informazione».



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