Bolzano
Bolzano: negozi base aperti, anziani confusi. “Non capiscono che devono restare in casa”
All’indomani del decreto restrittivo emesso dal Governo per fronteggiare a livello nazionale l’emergenza Coronavirus, in molte città italiane, tra le quali Bolzano, la difficoltà di far capire a molti l’importanza del seguire le regole sta diventando un problema.
Lo è soprattutto quando si tratta di convincere gli anziani che è necessario, soprattutto per loro, restare chiusi in casa.
Il peggio arriva tuttavia, quando ci si accorge che tale problematica più spesso si sposta dal tentare di spiegare le ragioni della prevenzione al dover informare l’anziano da zero sulle ragioni della prevenzione.
Nel capoluogo questa mattina in molti erano ancora in circolazione, per una passeggiata o cercando il bar di riferimento. E nella grande ansia generale che caratterizza uno dei periodi certamente più toccanti della storia d’Italia negli ultimi 30 anni, la preoccupazione più grande è la loro tutela, assieme a quella dei più piccoli.
Forse perchè poco presenti sui social o perchè non guardano molta televisione, gli occhi troppo stanchi per concentrarsi sui minuscoli caratteri della carta stampata, gli ultrasettantenni si ritrovano per l’appunto in strada, alla ricerca del bar dove bere un caffè o giocare a carte in compagnia degli amici.
Forse anche la vista di alcuni negozi ancora aperti come quelli di alimentari, farmacie e parafarmacie e altri autorizzati nell’elenco del più recente decreto Conte, contribuisce ad alimentare la confusione dell’anziano disinformato.
A questo proposito, il virologo italiano Burioni era stato però chiaro fin da subito:”Ancora troppa gente non ha capito quant’è grave la situazione, chi tranquillizza fa danni gravissimi. Bisogna stare tutti chiusi in casa”.
Questo ciò che diceva il medico già ai primi di marzo, dichiarando che alcuni messaggi troppo tranquillizzanti hanno causato un gravissimo danno inducendo tanti cittadini a sottovalutare il problema.
A tutte le persone anziane, e non solo a Bolzano, invece è raccomandato di:
– evitare i luoghi affollati
– restare in casa il più possibile
– limitare gli spostamenti allo stretto necessario ed evitando i contatti stretti.
Per capire quello che sta accadendo intorno a noi, pubblichiamo la mail di una nostra lettrice di Vipiteno, che rende l’idea di quanto accade nel suo Comune ma che rispecchia ciò che succede un po’ ovunque anche a Bolzano:
“Salve, purtroppo ho l’impressione che in alto Adige come per esempio Vipiteno, la gente ancora non ha capito la gravità del covid 19. La gente va in giro, poca trasparenza e sincerità sui contagi da parte delle istituzioni e della gente, nei supermercati i dipendenti non hanno mascherine e non si rispetta la distanza e il sovraffollamento. Pochi controlli per chi esce o entra nel comune di residenza. Insomma, non è tutto sotto controllo, come si dice.
Il governo può fare tutti i decreti che vuole ma poi se non ci sono controlli severi e si continua a vivere “nell’omertá” per non creare panico e non sporcare le zone turistiche allora sarà la fine. Le istituzioni devono fare il proprio dovere, e la gente deve capire che eventualmente non è una vergogna dire di essere positiva anzi, lo si deve far presente per proteggere chi gli è accanto (parenti, colleghi, amici ecc). Ho l’impressione che questo virus sia visto come un tabù“.
Come fare quindi per sensibilizzare anche gli anziani sulla gravità della diffusione del Coronavirus?Innanzitutto consigliando loro, quando li si vede in giro, di tornare a casa.
Alcuni vivono in solitudine lontani dagli affetti, e in piena emergenza Coronavirus sono soggetti a più alto rischio di complicazioni: ma adesso per loro stare in casa ora è di vitale importanza.
Ovvio che la paura più grande è la solitudine ma ci sono molte cose che si possono fare per aiutare magari le persone anziane del nostro condominio: indicare iniziative associazioni, privati e aziende pronti ad aiutare nelle piccole faccende quotidiane che in questo momento diventano più complesse, cominciando dalla consegna della spesa e dei farmaci a casa.
Non si tratta di fare gli eroi ma di piccole azioni di umana solidarietà che possono davvero fare la differenza.
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